“Paolo non è un corvo… al massimo è una colomba!”

Paolo Gabriele

Un vecchio amico d’infanzia di Paolo Gabriele, l’aiutante di camera del Papa arrestato per aver rubato i documenti segreti di Benedetto XVI,  ha voluto scrivere una lettera a Stanze Vaticane. Dice la sua, parla del suo amico e assicura: “Non può essere il corvo. Sono certo che in queste ore è tranquillo e starà recitando il rosario”. Di seguito vi trascrivo la lettera integrale (l’autore per il ruolo che ricopre ha preferito rimanere anonimo).

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Ecco chi è “Paulus”, il maggiordomo corvo arrestato dalla Gendarmeria Vaticana

Paolo Gabriele (nel cerchio)

I più intimi in Vaticano lo chiamano “Paulus”, il soprannome donatogli da Giovanni Paolo II. E’ l’assistente di camera del pontefice, Paolo Gabriele, il laico in stato di arresto, accusato di essere uno dei corvi che hanno diffuso documenti riservati della Santa Sede.
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Tre cardinali “detective” per la caccia ai corvi

Forse in Vaticano è il momento della resa dei conti, per i corvi d’Oltretevere la vita adesso potrebbe diventare molto difficile. Dopo il Vatileaks con la diffusione di documenti riservati della Santa Sede, arriva l’annuncio della costituzione di una commissione cardinalizia che dovrà fare piena luce sulla vicenda e trovare i colpevoli.
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Il Papa parte per la “difficile” missione messicana


Comincia oggi il viaggio di Benedetto XVI in Messico e Cuba. Per il Papa è il 23esimo viaggio all’estero: una missione per il Pontefice che vola in America Latina con uno spirito di evangelizzazione. Nonostante tutto, anche questa volta, non mancano critiche e contestazioni.
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“Mons. Viganò seguì una pista sbagliata”. Intervista al Card. Giovanni Lajolo

Il Card. Giovanni Lajolo

E’ passato poco più di un mese (era il 25 gennaio) da quando la trasmissione di La7 “Gli Intoccabili” rendeva pubbliche le lettere al Papa e al Card. Bertone di Mons. Carlo Maria Viganò, ex Segretario Generale del Governatorato Vaticano ed oggi nunzio apostolico negli Stati Uniti. In quei documenti riservati, che hanno aperto una voragine dando il via a quello che Padre Lombardi ha definito “Vatileaks”, l’arcivescovo denunciava al Papa fatti di corruzione dentro le mura leonine, sperperi di denaro e operazione finanziarie poco trasparenti. “Mons. Viganò partì da sospetti, rivelatisi infondati, e si mise su una pista sbagliata” ci spiega oggi il Cardinale Giovanni Lajolo, Presidente Emerito del Governatorato Vaticano, che ha guidato l’organismo della Santa Sede mentre Mons. Viganò era Segretario Generale. “Mi sento amareggiato nel vedere come l’opinione pubblica sia stata influenzata in maniera così negativa, con turbamento anche di molti fedeli”, aggiunge il porporato, 77 anni, che ha lasciato l’incarico lo scorso ottobre al neo cardinale Giuseppe Bertello. In una lunga intervista (che riportiamo in versione integrale) il Card. Lajolo ci ha voluto raccontare come sono andate realmente le cose, partendo da quel clima di tensione che si respirava dentro ai Sacri Palazzi fino a qualche mese fa.

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