Il monsignore e il cimitero in Vaticano

Pietro Orlandi

Emanuela Orlandi non è sepolta in una delle due tombe del cimitero teutonico vaticano. L’indicazione data da alcune fonti interne alla Santa Sede alla fine si è rivelata falsa. Adesso la famiglia della ragazza scomparsa nel 1983 chiede di sapere perché siano stati indirizzati verso quelle sepolture appartenenti a due principesse tedesche, risultate completamente vuote. Un monsignore sarebbe la chiave di tutto.
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“Benedetto XVI deve dire la sua, ma il Papa è uno: Francesco”

Il cardinale Gerhard Ludwing Müller, Prefetto Emerito della Congregazione della Dottrina della Fede, intervenuto nella trasmissione di Tgcom24 “Stanze Vaticane”, ha commentato il documento di 18 pagine scritto dal Papa Emerito Benedetto XVI a proposito della pedofilia nella Chiesa. Attacca Eugenio Scalfari e ribadisce: “Ratzinger non può stare zitto, vuole essere d’aiuto al Papa. E chi prova a mettere in contrapposizione Benedetto e Francesco non è cattolico”.
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Il dossier e la tomba in Vaticano

Un dossier sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, finito in mano a un sacerdote, ex dipendente della Santa Sede, il quale, dopo averlo letto e fotocopiato, lo ha consegnato a diversi personaggi, facendo arrivare indirettamente alcune informazioni nelle mani della famiglia della giovane cittadina vaticana scomparsa nel nulla il 22 giugno del 1983. 

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La caduta del “ranger” australiano

Il cardinale George Pell

Quando nel giugno 2017 erano arrivate a Roma le prime avvisaglie di un’inchiesta per pedofilia a carico del cardinale australiano George Pell, il gigante d’oltreoceano si era presentato dal Papa con una lettera di dimissioni. Francesco, guardandolo negli occhi gli aveva risposto che non le avrebbe accettate fin quando non fosse arrivata una sentenza definitiva a suo carico.
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Vertice abusi, rispuntano i “dubia”

I cardinali Burke e Brandmüller

Quando ieri mattina è stato riferito a Papa Francesco che un gruppetto di attivisti evangelici aveva manifestato vicino alla Sala Stampa Vaticana invocando l’abolizione del “segreto” e la “trasparenza” in vista del summit sugli abusi, il Pontefice ha voluto ribadire, ancora con più forza ai suoi consiglieri, che dopo questa conferenza che inizierà domani le cose dovranno radicalmente cambiare. Volenti o nolenti. Nulla potrà esser più come prima.
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