I cardinali nelle prossime ore potrebbero finalmente avere tutte le risposte che cercano sul Vatileaks. Dopo il primo giorno di conclave in Vaticano e la prima fumata nera, tra un piatto di pasta e un caffè al residence Santa Marta (dove i porporati elettori vivono in clausura) sembra esser arrivata una soluzione per accontentare i cardinali stranieri che da giorni chiedono notizie e informazioni sul contenuto del dossier consegnato al Papa e che riguarda lo scandalo dei corvi vaticani.
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“L’uomo resta dov’è e basta”
Era l’estate del 2009, il Vaticano era nel pieno delle polemiche per il caso Williamson (il vescovo lefevbriano antisemita e negazionista a cui fu tolta la scomunica) e a Castel Gandolfo ci fu una riunione tra Papa Benedetto XVI e quattro importanti cardinali: Camillo Ruini, Angelo Scola, all’epoca Patriarca di Venezia, Angelo Bagnasco, presidente della CEI e l’austriaco Christoph Schonborn. I quattro porporati, come narra la leggenda, suggerirono al Papa la rimozione del Segretario di Stato, Tarcisio Bertone (colpevole di non aver saputo gestire lo scandalo), ma Joseph Raztinger rispose lapidario: “Der mann bleibt wo er list, und basta!”, l’uomo resta dov’è e basta!
E’ l’estate del 2012 e si torna ancora a discutere del Segretario di Stato, ma questa volta per arrivare alle sue dimissioni si è messa in piedi un’operazione, il Vatileaks, che coinvolge dipendenti del Vaticano, giornalisti e indirettamente anche qualche prelato che non perde occasione di dire la sua, magari con qualche scivolone.
Tre cardinali “detective” per la caccia ai corvi
Forse in Vaticano è il momento della resa dei conti, per i corvi d’Oltretevere la vita adesso potrebbe diventare molto difficile. Dopo il Vatileaks con la diffusione di documenti riservati della Santa Sede, arriva l’annuncio della costituzione di una commissione cardinalizia che dovrà fare piena luce sulla vicenda e trovare i colpevoli.
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