«Di certo non è un momento felice, Don Lucio e Francesca erano due persone insospettabili». Parla per la prima volta l’economista maltese Joseph Zahra, 59 anni, uomo di punta delle finanze vaticane. Il docente universitario, era stato chiamato da Papa Francesco nel luglio 2013 a presiedere la Cosea, la Commissione d’inchiesta sui dicasteri economici che vedeva tra i suoi membri sia Vallejo che Chaouqui. Zahra era il capo dei due presunti «corvi» ed era stato lui a ottenere dai vari enti economici vaticani le carte finite poi nei libri di Nuzzi e Fittipaldi.
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Tre frati “detective” avvisarono il Papa
Un rapporto riservato partito da Terni e recapitato in Vaticano a fine 2013, diversi mesi dopo la nascita della commissione d’inchiesta sui dicasteri economici voluta da Papa Francesco e della quale facevano parte Mons. Vallejo Balda e Francesca Chaouqui, le due persone arrestate dentro le mura vaticane con l’accusa di diffusione di documenti riservati, finiti poi in due libri.
“Ai poveri soltanto 2 euro su 10”
Un bilancio segretissimo, un dossier di 29 pagine della Segreteria di Stato Vaticana che ricostruisce il percorso tortuoso del flusso di denaro che dalle tasche dei fedeli finisce nel fondo per la carità del Papa, il cosiddetto Obolo di San Pietro.
“A Roma situazione grave, serve un riscatto”
Chi ha spiato il Papa (e non solo)?
Una lotta incessante, senza sosta, di Papa Francesco contro «i mercanti nel tempio», contro la corruzione all’ interno delle mura vaticane, con un complotto esploso nel corso del Sinodo della famiglia ma nato già nei primissimi giorni del pontificato di Jorge Mario Bergoglio.