Paolo Gabriele oltre a rubare documenti riservati, spiava il Papa con foto e video. La notizia è stata pubblicata ieri dal Corriere della Sera ma era già emerso qualche dettaglio durante gli interrogatori dei gendarmi (soprattutto di De Santis) nel processo all’ex assistente di camera del Papa, condannato a 18 mesi di reclusione per furto.
La Gendarmeria Vaticana durante la lunga (8 ore) e precisa perquisizione fatta in casa di Gabriele, oltre a migliaia di carte private di Papa Ratzinger ha trovato anche decine e decine di foto e video girati da “Paoletto” con due cellulari e con protagonista Benedetto XVI. Il Santo Padre è ripreso in situazioni normali della sua giornata nell’appartamento pontificio e anche in momenti più privati (ad esempio durante i pasti, mentre si trova nel suo studio o nei Giardini Vaticani). L’ex maggiordomo ha scattato le foto e girato i filmati ovviamente senza farsi accorgere dal Pontefice o da Padre Georg: così si spiega la presenza in casa di Gabriele di documentazione su come utilizzare il telefonino in modo velato (anche questa sequestrata dalla Gendarmeria, insieme ad altri dossier).
A questo punto vien da chiedersi: perché Paolo Gabriele riprendeva e fotografava il Papa di nascosto? Era stato forse incaricato da qualcuno? O era semplicemente un modo per poi vantarsi con gli amici? L’ex maggiordomo di Ratzinger (che al processo si è proclamato colpevole di aver tradito la fiducia del Santo Padre) ha sempre detto di aver diffuso i documenti riservati del Vaticano per creare uno choc mediatico che aiutasse la Chiesa a rialzarsi. Una versione che oggi, dopo la notizia del ritrovamento di questo materiale digitale, convince ancor di meno a apre nuovi inquietanti scenari sulla vera missione del corvo.