Re: “Non ho mai visto quel documento sulla Orlandi”

“Non ho mai visto quel documento pubblicato da Fittipaldi, non ho mai ricevuto alcuna rendicontazione su eventuali spese effettuate per il caso di Emanuela Orlandi”. Lo afferma il cardinale Giovanni Battista Re, raggiunto telefonicamente da Stanze Vaticane, il blog di Tgcom24.

Il nome del porporato è comparso, insieme a quello del cardinale Jean-Louis Tauran tra i destinatari di un documento, risalente al 1998, pubblicato dal giornalista Emiliano Fittipaldi in un nuovo libro-inchiesta dal titolo “Gli impostori”. Il cardinale Re, all’epoca era Sostituto per gli Affari Generali della Segreteria di Stato e avrebbe ricevuto questo dossier da parte dell’APSA (L’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica) in cui si elencavano spese per oltre 483 milioni di vecchie lire per l’allontanamento della giovane cittadina vaticana.

Non c’è certezza sull’autenticità del documento che riporta la firma dattiloscritta del cardinale Lorenzo Antonetti, ma non quella autografa.

4 risposte a “Re: “Non ho mai visto quel documento sulla Orlandi”

  1. non conoscendo la verità da che parte si trova è impossibile dare un giudizio . Preghiamo il Signore per la famiglia Orlandi e per il coinvolgimento del porporato quando non c’è certezza sull’autenticità del documento.

  2. Pur convinto che la vicenda Orlandi, sia ben conosciuta in Vaticano; ho molte perplessità sul riconoscere “autentico” un documento privo di sigilli, e firme

  3. Un fatto in merito a questo argomento resta incontestabile: la giovane Emanuela Orlandi non si sa che fine abbia fatto.
    Tuttavia di una cosa possiamo essere certi: ” Perciò non li temete; poiché non c’è nulla di coperto che non sarà scoperto, né di segreto che non sarà conosciuto.” (Matteo 10:26 TNM)

    • Le gerarchie ecclesiastiche sono una congrega insopportabile di delinquenti ipocriti e presuntuosi. Le storie di Emanuela e di Mirella ne sono solo due tristissimi moderni esempi, ai quali si aggiunge un’infinita serie di bimillenarie nefandezze. Peccato che molte persone, anche, perbene (per tradizione, emozione, cultura e contesto sociale) siano legate a questa associazione per delinquere che grazie all’abuso della credulità popolare ha costruito, sul nulla, un potere di rara pareggiabilità. Un abbraccio a Pietro, fratello di Emanuela, persona di nobilissime dignità e determinazione.

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