Il braccio destro del Papa minacciato di morte

Il Papa e il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga

“Eminenza, se lei parla sarà ammazzato”. Dopo le accuse e gli attacchi degli ultimi mesi, anche attraverso il dossier di monsignor Carlo Maria Viganò che prende di mira il Papa e altri cardinali, uno dei principali collaboratori di Francesco ha ricevuto delle telefonate anonime, in lingua spagnola, con una seria minaccia di morte: se dice pubblicamente qualcosa contro chi la sta accusando, lei sarà ucciso.

Nel mirino è finito il cardinale honduregno Óscar Andrés Rodriguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa e coordinatore del C9, il consiglio dei cardinali che aiuta il Pontefice per la riforma della Curia. Il porporato, che avrebbe già informato il Papa delle minacce, ricevendo piena solidarietà e sostegno, nei mesi scorsi, anche per colpire indirettamente Bergoglio, era stato bersagliato da diversi siti tradizionalisti americani e spagnoli, collegati ad alcuni protagonisti dello scandalo Vatileaks 2, per due questioni: le accuse di “comportamenti inappropriati” nei confronti dell’ex vescovo ausiliare di Tegucigalpa, Juan José Pineda (che lo scorso luglio si è dimesso in anticipo su richiesta di Francesco), e le accuse dirette al cardinale di aver ignorato le denunce di un gruppo di seminaristi sull’esistenza di una lobby gay all’interno del seminario della capitale honduregna. Il porporato aveva risposto agli attacchi parlando non a caso di “sicari”, proprio perché aveva ricevuto delle telefonate in cui gli si diceva che sarebbe stato ucciso nel caso in cui avesse replicato pubblicamente a quanto scritto contro di lui.

A prendere una forte posizione sulla questione del seminario era stata nelle scorse settimane anche la Conferenza Episcopale dell’Honduras con un comunicato in cui si parlava di “speculazioni” e “cattiverie”, precisando che nella struttura formativa non c’è stata “nessuna pratica contraria a morale e norme ecclesiastiche”. Per far chiarezza sul caso, la chiesa honduregna, d’accordo con l’arcivescovo, ha richiesto e ottenuto una visita al seminario da parte di un incaricato proveniente dal Costa Rica per fotografare la situazione della struttura e poter stilare una relazione finale che possa chiarire ogni cosa. La missione inizierà rapidamente, forse già la prossima settimana.

“È chiaro che l’attacco al Papa di questo ultimo periodo passa anche attraverso queste vergognose minacce ai suoi collaboratori”, spiegano fonti della Santa Sede. Sul tema degli abusi, nel frattempo, ieri mattina Francesco ha ricevuto in udienza i vertici della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America per discutere dello scandalo pedofilia in Pennsylvania (con oltre 1000 bambini abusati da 301 preti negli ultimi settant’anni) e di quanto sta accadendo negli USA anche a seguito della pubblicazione del memoriale di monsignor Viganò. Contemporaneamente, Francesco, sempre ieri mattina, ha fatto fuori un altro vescovo statunitense accusato di abusi, monsignor Bransfield che guidava una diocesi in West Virginia, e nei prossimi giorni incontrerà per la seconda volta il cardinale di Washington, Donald Wuerl, successore di McCarrick, per discutere delle sue dimissioni presentate tre anni fa al compimento dei 75 anni.

E sul tema dei seminari, Bergoglio, incontrando i vescovi nominati nell’utlimo anno ha dato delle raccomandazioni importanti: “Ci sia”, ha chiesto, “una particolare attenzione al clero e ai seminari. Non possiamo rispondere alle sfide che abbiamo nei loro confronti senza aggiornare i nostri processi di selezione, accompagnamento e valutazione”.

(Articolo pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano Il Giornale)