L’ultima risposta di Benedetto ai corvi

Papa Francesco abbraccia il Papa Emerito (22 febbraio 2014)

Benedetto XVI prende carta e penna e zittisce definitivamente le voci su presunte pressioni e complotti che hanno portato alle sue dimissioni. Le voci di quei corvi che, nonostante la rinuncia di un anno fa, non hanno mai smesso di sorvolare sul cupolone, ponendo dubbi anche sulla validità di quel clamoroso gesto.

Papa Ratzinger dice quindi basta alle speculazioni e lo fa inviando una lettera al quotidiano “La Stampa” rispondendo ad alcune domande di Andrea Tornielli. Risposte chiare e semplici inviate dal monastero “Mater Ecclesiae”, dove il Papa Emerito risiede dai primi di maggio dell’anno scorso insieme al suo segretario, Mons. Georg Ganswein e alle quattro memores che lo hanno sempre seguito durante il pontificato.

«Non c’è il minimo dubbio – scrive Ratzinger nella lettera di risposta – circa la validità della mia rinuncia al ministero petrino. Unica condizione della validità è la piena libertà della decisione. Speculazioni circa la invalidità della rinuncia sono semplicemente assurde».

Non pochi avevano collegato la rinuncia al ministero petrino di Ratzinger allo scandalo del Vatileaks, il furto da parte di Paolo Gabriele di documenti riservati dalla scrivania di Benedetto XVI e finiti in un libro. Qualcuno aveva addirittura paventato l’ipotesi che Ratzinger fosse stato costretto a lasciare dietro forti pressioni. E così hanno continuato a sostenere i soliti corvi anche un anno dalla rinuncia, parlando e twittando anche di presunte gravi condizioni di salute del Papa Emerito.

Voci quest’ultime smentite direttamente dallo stesso Ratzinger che il 22 febbraio scorso, per il concistoro di Papa Francesco per la creazione di nuovi cardinali, è apparso in buona forma dentro la Basilica di San Pietro, prendendo parte, a sorpresa, alla celebrazione. Di lui qualche settimana fa aveva parlato anche il Card. Tarcisio Bertone, suo più stretto collaboratore. Intervistato da Tgcom24 aveva detto “Ho visto il Papa Emerito il 26 dicembre scorso. E’ in perfetta forma, fisicamente e intellettualmente. Sempre molto vivace, molto lucido e dotato sempre di una formidabile memoria” (VEDI QUI).

Nella lettera inviata al quotidiano “La Stampa”, il Papa emerito risponde anche alle domande sul significato dell’abito bianco e del nome papale. «Il mantenimento dell’abito bianco e del nome Benedetto – scrive – è una cosa semplicemente pratica. Nel momento della rinuncia non c’erano a disposizione altri vestiti. Del resto porto l’abito bianco in modo chiaramente distinto da quello del Papa. Anche qui si tratta di speculazioni senza il minimo fondamento».