In occasione dei 90 anni del Papa Emerito Benedetto XVI, (ricorrono il prossimo 16 aprile), ho realizzato per Matrix una lunga intervista al suo più stretto collaboratore, Mons. Georg Gänswein, Prefetto della Casa Pontificia e segretario particolare di Ratzinger.
A distanza di 4 anni ci si interroga sull’eventualità che il governo americano, durante la presidenza di Barack Obama, abbia fatto pressioni, come circolato alcune settimane fa sulla stampa internazionale, per spingere alle dimissioni Papa Benedetto XVI.
Padre Georg, risponde: “Non è per niente vero, è inventato, è un’affermazione senza fondamento. Io ho parlato anche con Papa Benedetto dopo questa intervista e queste voci ha detto che non è vero. La rinuncia era una decisione libera, ben pensata, ben riflettuta e anche ben pregata. Queste cose che si sono lette recentemente sono inventate e non sono vere. Papa Benedetto non è la persona che cede a delle pressioni. Tutt’altro! Quando ci sono state sfide e quando si è dovuto difendere sia la dottrina sia il popolo di Dio è proprio lui che si è comportato in modo esemplare: non è fuggito quando è arrivato il lupo, ma ha resistito, e questo non sarebbe mai stato motivo per lasciare il pontificato e rinunciare”.
Nell’intervista Gänswein parla anche del rapporto tra Papa Francesco e il Papa Emerito: «Sono rapporti molto cordiali, molto buoni, ci sono visite, si parlano, si sentono. È chiaro: Papa Francesco è il successore di Pietro. Papa Benedetto è stato il Papa, ha rinunciato e si è ritirato per pregare. Pregare vuol dire aiutare il suo successore e la Chiesa, perché la Chiesa non viene governata soltanto con le parole e le decisioni, ma anche con la preghiera e con la sofferenza. Ed è quello che lui fa adesso. Non c’è nessun malinteso. Se ci sono delle interpretazioni diverse, qualche volta anche un po’ maliziose, questa… è la vita, è il mondo e anche la Chiesa. Non vedo nessuna confusione. Vedo qualche volta qualche nostalgia e qualche malinteso, però una confusione riguardo ai ruoli, riguardo a chi è il Papa, io questo non lo percepisco».
Il segretario particolare di Benedetto XVI ha risposto anche una domanda sulla “lobby gay“ in Vaticano, in riferimento a quanto detto da Ratzinger nel libro “Ultime Conversazioni”. «La lobby gay, non credo che sia una lobby di potere – ha detto – Si è cercato di rimediare e di dare la risposta necessaria». Ma «è stata esagerata l’importanza di questo gruppo, è stata data una risposta e una soluzione a suo tempo. Parlare di lobby potere è non soltanto esagerato, ma cento volte esagerato!».