Vatileaks 2, condanne per Vallejo e Chaouqui. Il monsignore pronto a chiedere la grazia

Da sx: Nuzzi, Fittipaldi, Chaouqui e Vallejo

Da sx: Nuzzi, Fittipaldi, Chaouqui e Vallejo

Papa Francesco alla fine ha prosciolto i giornalisti Nuzzi e Fittipaldi. La sentenza per il Vatileaks 2, la fuga dei documenti riservati del Vaticano, pronunciata “In nome di Sua Santità”, non lascia alcun dubbio: i due giornalisti che avevano pubblicato le carte della Santa Sede non possono essere processati dal Tribunale Vaticano per incompetenza territoriale. Condannati invece i due protagonisti dello scandalo d’Oltretevere.

Mons. Lucio Angel Vallejo Balda dovrà scontare 18 mesi di reclusione, continuerà a vivere dentro lo Stato Vaticano in semilibertà, potrà quindi circolare liberamente, ma solo dentro le mura d’Oltretevere. In realtà il monsignore che ha ammesso di aver comunicato a Gianluigi Nuzzi oltre 80 password per accedere ai documenti riservati della COSEA, la commissione pontificia referente sulle finanze vaticane di cui era coordinatore, ha già scontato 8 mesi di reclusione e “Sicuramente”, fa sapere una fonte vicina al monsignore,  “Il prelato nei prossimi giorni presenterà al Papa, tramite il suo legale, una richiesta di grazia”.

Il sacerdote era stato arrestato i primi di novembre e da allora non ha mai lasciato la camera di sicurezza della Gendarmeria Vaticana (ad eccezione di una piccola parentesi tra dicembre e marzo in cui il monsignore ha vissuto, ai domiciliari, insieme ai frati francescani del Collegio dei Penitenzieri, sempre all’interno del Palazzo del Tribunale).

Una condanna anche per Francesca Immacolata Chaouqui, esperta di pubbliche relazioni e membro della commissione COSEA. Per lei il promotore di giustizia Gian Piero Milano, aveva chiesto una condanna a tre anni e 9 mesi di reclusione perché considerata “l’ispiratrice” della fuga di notizie. Il Tribunale alla fine l’ha condannata a 10 mesi, con la sospensione della pena per 5 anni. La donna, diventata mamma 20 giorni fa, ha ottenuto una riduzione della pena perché è stato riconosciuto il concorso nella diffusione dei documenti riservati mentre non è emersa nessuna prova concreta che la pr calabrese abbia direttamente passato le carte ai giornalisti.

La donna, insieme a Mons. Vallejo Balda e a Nicola Maio, collaboratore del prelato spagnolo, sono stati invece assolti dal reato di associazione a delinquere. “Questo processo si doveva fare? E’ stato fatto correttamente? Si doveva fare”, ha affermato in una nota Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, “Si doveva fare per dimostrare la volontà di combattere con decisione le manifestazioni e le conseguenze scorrette delle tensioni e polemiche interne vaticane, che da un certo tempo si riflettono troppo frequentemente anche all’esterno tramite indiscrezioni o filtrazioni di documenti ai media”.

Un processo, iniziato lo scorso novembre e che aveva voluto Papa Francesco in prima persona, che, di certo, hanno sempre ribadito in Vaticano, “non è stato un processo contro la libertà di stampa”. E non è un caso che il Presidente del Tribunale, Giuseppe Dalla Torre, nella sentenza pronunciata ieri abbia evidenziato che Nuzzi e Fittipaldi sono stati prosciolti dal reato di concorso nella diffusione di notizie riservate “rilevata la sussistenza radicata e garantita del Diritto Divino della libertà di manifestazione del pensiero e della libertà di stampa nell’ordinamento giuridico vaticano”.