In principio fu Bertone. Il Segretario di Stato Vaticano nel corso degli ultimi anni è stato bersagliato da ogni parte e su più piani sperando che Papa Benedetto XVI lo dimettesse. Ma così non è stato. Oggi nel mirino c’è un altro salesiano, colpevole forse di far parte della stessa congregazione religiosa di Bertone.
La storia è ormai nota: in pieno Vatileaks arrivarono al Papa tedesco pressioni da più parti per cacciare Tarcisio Bertone. Ratzinger non cedette, confermò pubblicamente la fiducia al suo più stretto collaboratore e rispedì al mittente ogni pretesa. A qualcuno non andava bene l’ondata di pulizia che il Papa tedesco, attraverso il suo Segretario di Stato, aveva iniziato da qualche anno, la stessa cosa che sta succedendo oggi con Papa Francesco, criticato per la nomina di Mons. Battista Ricca, nuovo prelato “ad interim” dello IOR, colpito solo perché, sussurrano in Vaticano, “quel sacerdote in quella posizione strategica non sta bene a qualche potente”.
Ma oggi nel mirino c’è anche un altro sacerdote, sempre un salesiano, considerato vicino a Bertone (perché anche lui figlio di Don Bosco). Si tratta di Don Manlio Sodi, noto liturgista e presidente della Pontificia Accademia Teologica, colpito da certi media, secondo molti, per assestare gli ultimi colpi al Segretario di Stato, in modo da accelerare il suo addio (dovrebbe lasciare l’incarico in autunno).
Il nome di Don Sodi compare in questi giorni in una torbida vicenda che vede implicato un giudice del TAR Lazio, Franco De Bernardi, accusato di aver ricevuto tangenti in cambio di sentenze pilotate. Con il ruolo di intermediario per il passaggio dei soldi, secondo i magistrati, ci sarebbe stato un monsignore. E sui giornali è comparso appunto il nome di Don Manlio Sodi.
Il sacerdote salesiano però non è indagato dalla Procura, non ha ricevuto alcuna comunicazione e pare non conosca nemmeno quei faccendieri con cui, secondo alcuni, sarebbe stato in contatto per il passaggio delle tangenti. Nei suoi confronti soltanto ipotesi non confermate ma pubblicizzate comunque a livello nazionale. Accuse verso un religioso che colpiscono e feriscono la dignità della persona e che oggi portano a chiedersi: dopo Don Sodi, chi sarà il prossimo?