Cari amici, intanto buon anno a tutti. Ho intervistato in diretta insieme al collega Federico Novella per Check Point su Tgcom24 l’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali. Il monsignore riminese ha parlato a tutto campo della comunicazione nella chiesa con un’attenzione speciale al nuovo account Twitter del Papa. E oggi – ci anticipa – dobbiamo aspettarci un nuovo tweet del Pontefice.
Eccellenza l’ultimo tweet del Papa è stato a Natale, dobbiamo aspettarci gli auguri di Buon Anno via Twitter?
Sì, dovremmo aspettarcelo. Domani (oggi – ndr) si celebra inoltre la Giornata Mondiale della Pace. E il titolo del messaggio del Santo Padre è proprio “Beati gli operatori di pace”. Ecco, anche questo potrebbe essere un tweet con meno di 140 caratteri, è un passaggio evangelico delle Beatitudini. Non importano comunque i caratteri, quanto il contenuto che vogliamo trasmettere.
L’ultimo tweet di Benedetto XVI è pubblicato appunto il 25 dicembre (“Il presepe che si faceva insieme nella nostra casa mi dava grande gioia. Aggiungevamo figure ogni anno e usavamo muschio per decorarlo”). Un tweet biografico che racconta un lato inedito del Pontefice. Ce ne saranno altri di questo tipo?
Questo tweet è una risposta ad una delle domande fatte al Papa in occasione dell’apertura del profilo. Sono arrivate migliaia di domande che riguardavano aspetti del cammino di Fede, le difficoltà, la mancanza di luce nel camminare nella fede. Una domanda era legata al Natale, ecco perché abbiamo pensato a questa domanda per le cerimonie che stiamo vivendo. Sì, ci saranno comunque altre risposte simili: nel corso di quest’anno il Papa risponderà…
Ci conferma che presto il Pontefice twitterà anche in cinese?
Lo stiamo studiando, già il sito ufficiale della Santa Sede ha un canale in questa lingua. Noi non saremmo alieni dal poter avere un account anche in cinese. Ci sono delle difficoltà tecniche, stiamo vedendo come poter fare. Ma non avremmo difficoltà. Il desiderio del Papa è di dialogare con il numero piu ampio delle persone, entrare in contatto con uomini e donne di ogni Paese. E quindi, perchè no, anche in lingua cinese.
Molti followers del Papa però non sono così teneri con Benedetto XVI…
E’ arrivato di tutto. Abbiamo avuto bellissimi messaggi, da giovani, meno giovani e dai vari continenti. Poi anche messaggi ironici, offensivi, critici. Ma confesso che per noi che viviamo in questo contesto non è stata una sorpresa. Eravamo pienamente consapevoli di ciò che sarebbe successo: quando il Papa vuol entrare in dialogo con l’uomo di oggi e mettersi al suo livello, ci son dei rischi che vanno corsi e che vanno accettati. Non siamo rimasti stupiti!
Come nasce un tweet del Papa?
Gli uffici preposti della Segreteria di Stato preparano un testo che il Papa deve approvare. Noi crediamo e vogliamo fermamente che i tweet siano veramente di Benedetto XVI.
Capita che Benedetto XVI risistemi qualche testo per il social network?
Certo! Il Papa interviene sui testi. Lo vediamo anche per i discorsi: alcuni li fa di suo pugno, per altri desidera che vengano espressi suoi concetti. Ratzinger rivede sempre tutto e interviene. Quando pronuncia un discorso a volte mette il testo da parte e interviene liberamente a braccio. E’ il suo stile, la sua abitudine.
Un Papa che comunica anche su internet quindi, ma con il Vatileaks il modo di comunicare è cambiato?
Direi che sta aumentando l’attenzione alla dimensione comunicativa. Molte volte eravamo piu attenti ai contenuti, oggi facciamo più attenzione al linguaggio che va utilizzato per spiegare determinate posizioni. Il problema è anche che le nuove tecnologie ci obbligano ad assumere un nuovo linguaggio. Il cammino non è così semplice perché c’è da tener presente l’autorevolezza e l’autorità del Papa. Lui per noi è il punto di riferimento, ma nei social network questa dimensione di autorità si perde leggermente e quindi comporta una presa di coscienza dell’esser sottoposti al giudizio di tutti. Quello che mi lascia stupito però è il bisogno di Benedetto XVI, il suo desiderio di dialogare. Ricordo che mi disse: “Io voglio esser presente lì dove gli uomini e le donne di oggi si incontrano”.
L’INTERVISTA RIPRESA DALL’OSSERVATORE ROMANO – LEGGI QUI