Il Papa parte per la “difficile” missione messicana


Comincia oggi il viaggio di Benedetto XVI in Messico e Cuba. Per il Papa è il 23esimo viaggio all’estero: una missione per il Pontefice che vola in America Latina con uno spirito di evangelizzazione. Nonostante tutto, anche questa volta, non mancano critiche e contestazioni.

Oltre ai dissidenti sparsi nelle varie città, a Leon sono apparsi manifesti con il Papa che dà la comunione a Hitler. E poi, dure critiche per il mancato incontro del Pontefice con le vittime di Padre Marcial Maciel Degollado, il sacerdote dalla doppia vita, fondatore dei Legionari di Cristo, scomparso nel 2008, che compì abusi su diversi ex allievi. Come ci aveva spiegato anche il cardinale messicano Javier Lozano Barragan QUI , l’agenda papale non prevede nessun momento di riflessione con le vittime (al contrario di quanto successe ad esempio nei viaggi papali in Germania, Stati Uniti e  Malta). Il motivo pare sia legato ad una mancata richiesta da parte dell’episcopato locale che avrebbe preferito non affrontare l’argomento (c’è da dire che il primate del Messico, il Card. Rivera Carrera, ha sempre difeso l’amico Padre Maciel dalle accuse). Come ha confermato anche Padre Lombardi, “negli altri Paesi visitati dal Papa, il problema pedofilia era più sentito nella società e nella Chiesa” e quindi Benedetto XVI ha potuto incontrare le vittime e piangere con loro, chiedendo scusa.

Dopo tre giorni di visita in Messico, il Papa sarà a Cuba dove incontrerà il presidente Raoul Castro e molto probabilmente anche il fratello Fidel: Benedetto XVI ha infatti detto di esser disponibile a incontrare l’ex presidente ormai malato da tempo.  Per questo incontro c’è grande attesa soprattutto per un “rumor” fatto circolare diversi mesi fa dalla figlia di Castro, Alina Fernández Revuelta: il “leader maximo” starebbe aspettando Benedetto XVI per convertirsi, perché “vicino alla morte avrebbe riscoperto Gesù”.
Di certo, sulla visita a L’Avana non ci sarà alcuna strumentalizzazione del governo cubano. Lo ha assicurato in una lunga intervista ad Andrea Tornielli per “La Stampa” il Segretario di Stato, Card. Tarcisio Bertone che ha detto: “Non credo che la visita sarà strumentalizzata dal governo. Anzi, credo che il governo e il popolo cubano faranno il massimo sforzo per accogliere il Papa e manifestargli la stima e la fiducia che merita il capo della Chiesa cattolica”.

Bertone ha anche parlato del “Vatileaks” e dei continui e recenti attacchi nei suoi confronti: “Personalmente non mi spiego questa improvvisa aggressività, dal momento che io non sono cambiato nel mio carattere, nello spirito di fraternità che mi caratterizza come salesiano, nonostante i miei difetti. Soprattutto non sono cambiato nel mio bene facere a tutti, in rigorosa e devota fedeltà al Papa, che è la mia “stella polare” ed è il superiore di tutti”.