Papa Benedetto XVI sbarca a Milano. Ma arriva anche una carica di 40 cassintegrati

Il palco per il Papa costruito all'aeroporto di Bresso

Nonostante Milano sia in festa per l’arrivo di Papa Benedetto XVI (l’ultima visita di un Papa a Milano risale al 1984 con Wojtyla), mi segnalano che per colpa dei soliti rimpalli burocratici tra i vari enti (rimpalli che solo in Italia possono esistere), qualcuno purtroppo avrà davvero poco da festeggiare.

Premetto che il Papa non c’entra nulla (non voglio dar adito ai soliti che non aspettano altro per parlar male della Chiesa) ma che si tratta di una questione nata dopo una serie di “scarica barile” tra istituzioni su chi doveva tirar fuori i rimborsi e non lo ha fatto (almeno per ora). Vi spiego meglio. I momenti clou della visita del Pontefice per l’incontro mondiale delle famiglie saranno all’aeroporto di Bresso, dove, sopra la pista (con tanto di gettate di cemento) è stato costruito un palco gigantesco e altre strutture più piccole (vedi foto aerea). L’aeroporto ospita uno storico aeroclub (quasi un secolo di vita) che oggi però rischia di chiudere per sempre: il club sorge su un’aerea demaniale statale concessa in licenza ai gestori: in occasione della visita del Pontefice, il demanio ha però deciso di procedere con le costruzioni in pista che hanno portato alla chiusura forzata del club dal 1° maggio scorso fino al 26 giugno. Una quarantina di dipendenti e collaboratori (tra cui piloti, meccanici e impiegati) sono stati messi quindi in cassa integrazione (sono state autorizzate 500 ore di cassa integrazione) con l’aeroclub che segnala danni per mancata attività da 500.000 euro. Ovviamente  è in corso da settimane un rimpallo su chi dovrà pagare o dare degli contributi; ma la preoccupazione più grande dei gestori adesso è: chi rimetterà tutto a posto entro il 26 giugno? Il palco dovrà esser smontato, la pista dovrà esser risistemata e di nuovo collaudata. Chi ci pensa? Fino ad oggi nessuna notizia, l’unica speranza l’ha data l’Enac che avrebbe promesso di occuparsi di tutti i lavori quando la festa sarà finita. C’è da fidarsi? Intanto quei 40 dipendenti rischiano seriamente il posto di lavoro: il club pare sia molto vicino al fallimento.