Mentre in Vaticano ci si chiede ancora quali siano i motivi che hanno portato all’addio di Ettore Gotti Tedeschi dalla presidenza dello Ior (ufficialmente “per non avere svolto varie funzioni di primaria importanza per il suo ufficio”), oggi la commissione cardinalizia di vigilanza presieduta dal segretario di Stato Bertone si è riunita per formalizzare la nomina del presidente ad interim Ronaldo Hermann e per decidere le prossime mosse. Ovviamente tra i porporati membri della commissione, bocche cucite: “Non posso dire niente”, riferisce a Stanze Vaticane uno dei membri. “Nelle prossime ore ci sarà un comunicato del presidente dove sarà chiarito tutto”. Oltretevere, ecclesiastici e laici questa mattina hanno spulciato quotidiani e siti internet per conoscere i retroscena di questa vicenda. Per molti è stato un fulmine a ciel sereno mentre per altri, la decisione era già nell’aria tanto che due dei membri della commissione cardinalizia (uno indiano e l’altro brasiliano) si trovavano già a Roma. Addirittura qualcuno pensa che il presidente sfiduciato Gotti Tedeschi possa essere uno dei “corvi” che ha fatto filtrare i documenti riservati che riguardano l’Istituto per le Opere di Religione. Lui smentisce e minaccia querela raccontando a Repubblica quali siano a suo avviso i reali motivi della cacciata (“Il caso San Raffaele, la difesa del card. Nicora, la legge anti riciclaggio per il Vaticano”).
Anche se quella dei “corvi” è una “pista” a cui tanti in Vaticano credono: “Nei prossimi giorni salteranno altre teste”, riferisce un alto prelato. E infatti, proprio questa mattina l’indagine della Gendarmeria sulla diffusione di documenti segreti guidata dal comandante Domenico Giani “ha permesso di individuare – come ha spiegato Padre Lombardi – una persona in possesso illecito di documenti riservati”. E, secondo quanto trapela, si tratta dell’assistente di camera del Papa, Paolo Gabriele.