Finita l’era Sodano scatta il toto-decano

Papa Francesco e il cardinale Angelo Sodano

Papa Francesco ha scelto l’udienza per gli auguri di Natale alla Curia Romana per comunicare a tutti i presenti di aver accettato le dimissioni del cardinale Angelo Sodano dall’ufficio di Decano del Collegio Cardinalizio. Finisce dunque l’era del porporato astigiano, 92 anni, già Segretario di Stato di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, che va definitivamente in pensione dopo aver guidato il collegio dei cardinali dal 30 aprile del 2005, prendendo il posto di Joseph Ratzinger, eletto Papa.

Sodano diventa “decano emerito” e Bergoglio nello stesso giorno ha autorizzato la pubblicazione di un “Motu Proprio” su quell‘ufficio, decidendo che la carica sarà quinquennale e rinnovabile eventualmente una sola volta. Fino ad oggi non c’erano mai stati limiti di questo tipo.
“Adesso tocca ai cardinali vescovi eleggere un nuovo decano e spero che scelgano qualcuno che si occupi a tempo pieno di questa carica così importante”, ha detto Francesco ieri mattina a tutti i porporati, facendo intendere che, a suo parere, chi sarà eletto, non dovrà avere altri incarichi di Curia, anche perché gli impegni sono molto gravosi. La rosa dei “papabili” per l’ufficio del “primus inter pares” del collegio dei porporati si riduce quindi a pochi nomi, considerando anche l’età avanzata di molti dei cardinali dell’ordine dei vescovi, composto in tutto da otto porporati.

L’attuale sottodecano, ad esempio, è il cardinale Giovanni Battista Re, Prefetto Emerito della Congregazione per i Vescovi che potrebbe trovare un ostacolo all’elezione proprio perché il prossimo 30 gennaio compirà 86 anni. Quasi coetaneo l’ottantacinquenne cardinale Tarcisio Bertone mentre hanno compiuto già ottantasette primavere i cardinali Francis Arinze e José Saraiva Martins. Il vero possibile successore del porporato astigiano potrebbe essere individuato invece tra quattro cardinali che, nel giugno del 2018, sono stati ammessi da Papa Francesco nell’Ordine cardinalizio dei vescovi, dopo che il Pontefice argentino aveva deciso di allargarne la composizione rimasta invariata da troppo tempo.

Questo perché il Papa nel suo discorso di ieri mattina ha fatto intendere tra le righe di preferire un cardinale decano elettore in un eventuale conclave, ossia con meno di ottant’anni d’età. Si tratta dei cardinali Pietro Parolin, Segretario di Stato di Sua Santità, Marc Ouellet, Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali e porporato molto legato a Sodano e Fernando Filoni al quale, nel giorno dell’Immacolata, Papa Francesco ha conferito la carica onorifica di Gran Maestro dell’Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme dopo esser stato per tanti anni a capo di Propaganda Fide, il dicastero che si occupa delle missioni della Chiesa nel mondo.Tra questi quattro cardinali l’unico che potrebbe essere escluso dall’elezione sarebbe proprio Pietro Parolin perché essendo il primo collaboratore del Papa e dovendo gestire in prima persona tutti i delicatissimi dossier diplomatici della Santa Sede non potrebbe dedicarsi a tempo pieno all’ufficio di Decano, come ha chiesto Francesco. Marc Ouellet e Leonardo Sandri, invece, hanno già presentato le dimissioni al Papa perché hanno compiuto i 75 anni (l’età canonica per andare in pensione): se nelle prossime settimane Francesco decidesse di pensionare uno dei due, potrebbe essere un segnale per aprirgli la strada per il posto lasciato vacante da Sodano.

“Non siamo più in un regime di cristianità”, ha aggiunto ieri Francesco durante il suo discorso alla Curia Romana, “perché la fede, specialmente in Europa, ma pure in gran parte dell’Occidente, non costituisce più un presupposto ovvio del vivere comune, anzi spesso viene perfino negata, derisa, emarginata e ridicolizzata”.

(Articolo pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano Il Giornale)