Calo di consensi, calo di presenze dei fedeli alle udienze generali in Piazza San Pietro, ma allo stesso tempo una crescita della fiducia di più soggetti (movimenti, associazioni cattoliche e non) nel Pontefice e nelle sue scelte pastorali. Si parla anche di questo sul settimanale americano “Newsweek” che questa settimana dedica la sua copertina a Papa Francesco, con una domanda alquanto provocatoria: “Il Papa è cattolico?”.
Secondo i dati riportati dal magazine statunitense, in un anno il numero di “critici” di questo Pontificato è aumentato del 27%, con il 55% degli americani vicini a posizioni conservatrici che reputa Bergoglio un “personaggio sgradito”. Non è un caso che il candidato alle primarie repubblicane, Jeb Bush, abbia aspramente criticato il Pontefice sul tema ecologico dopo la pubblicazione dell’enciclica verde Laudato Si’: “Eviti di parlare di cambiamenti climatici”, ha detto Bush, “non spetta a lui farlo”. Se da un lato ci sono quindi i conservatori laici che criticano il Papa, sul versante ecclesiastico la spina nel fianco è rappresentata dai cosiddetti “tradizionalisti” che si piazzano in posizioni dottrinali nettamente distanti da quelle del Papa argentino.
Il prossimo Sinodo di ottobre sulla famiglia sarà il banco di prova: il dibattito tra “aperturisti” (che hanno sposato in pieno il cammino della misericordia intrapreso dal Papa) e i “tradizionalisti”, sul tema della comunione a divorziati risposati, coppie di fatto, omosessuali, eccetera, si prevede infuocato e svelerà chi appoggia davvero il Papa, chi gli sta accanto fedelmente pur non condividendo le sue posizioni e chi invece gli darà battaglia.
Bergoglio non a caso ha nominato come padri sinodali degli uomini chiave che possano garantire una discussione bipartisan, in pratica prelati teologicamente a lui molto vicini e allo stesso tempo, confratelli che si trovano in posizioni molto distanti dalle sue. “Sarà un Sinodo tutto in salita” sussurra un cardinale molto vicino alle posizioni di Francesco, proprio perché in questi mesi la “fronda” degli oppositori si è allargata notevolmente, novità che ha indotto il Pontefice a inserire tra i padri sinodali anche alcuni suoi uomini di fiducia, proprio per riequilibrare la discussione e renderla il più possibile costruttiva.
Si vive quindi una sorta di scollamento tra quello che è il sentimento popolare, l’anima pop che osanna “il parroco del mondo” e alcune alte gerarchie ecclesiastiche italiane e straniere che vivono questo pontificato con posizioni critiche. Una buona parte dell’episcopato americano (l’ala più di destra) è stata la prima a dirsi insoddisfatta della nuova era Bergoglio, colpevole agli occhi di molti prelati statunitensi di non essere abbastanza incisivo su temi come aborto, eutanasia e fecondazione assistita. Uno dei primi a storcere il naso era stato l’arcivescovo di New York, il Card. Timothy Dolan (“Questo Papa ci mette troppo tempo per fare le riforme”), il cappuccino Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia, come quello di Chicago, Francis George, scomparso lo scorso aprile dopo una lunga malattia, o l’arcivescovo di San Francisco, Mons. Salvatore Cordileone, critico soprattutto per le aperture di Bergoglio nei confronti degli omosessuali.
All’interno della Curia Romana sono sempre gli americani i più critici nei confronti del Papa: il Card. Raymond Leo Burke che ha più volte pubblicamente detto di non condividere molte scelte compiute dal Pontefice e il conterraneo porporato James Harvey, arciprete della Basilica Papale di San Paolo. Tra gli oppositori alle aperture dottrinali espresse dal Card. Walter Kasper (teologo tedesco molto vicino a Papa Francesco) ci sono il Card. Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto Divino, porporato della Repubblica di Guinea che secondo molti sarà fortemente sostenuto dall’ala più conservatrice del Collegio Cardinalizio in un futuro conclave, l’arcivescovo di Bologna, Carlo Caffarra, il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, Gerhard Ludwig Müller (che ha curato la presentazione dell’edizione tedesca dell’ultimo libro di Sarah a Ratisbona), il Prefetto della Congregazione per i Vescovi, Marc Ouellet, l’arcivescovo di Milano, Angelo Scola e quello emerito di Madrid, Antonio Maria Rouco Varela.
Tra i grandi sostenitori del Papa e del cammino della misericordia c’è invece il salesiano Card. Oscar Rodriguez Maradiaga, grande elettore di Bergoglio e coordinatore del “C9” cardinalizio, il Prefetto della Congregazione per il Clero, Beniamino Stella, il Rettore dell’Università Cattolica Argentina, Victor Manuel Fernandez, teologo di fiducia del Papa, l’arcivescovo di Agrigento, Francesco Montenegro, impegnato sul fronte dei migranti e nominato cardinale dal Papa oltre che padre sinodale e il Presidente di Caritas Internationalis e arcivescovo di Manila, Luis Antonio Tagle, astro nascente della nuova era bergogliana.
(Articolo per Il Giornale del 16.09.2015)