Dopo l’annuncio del Papa sul Giubileo della misericordia, è arrivato il momento di rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro per organizzare il grande evento. Francesco ha affidato tutto nelle mani di Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, che, in questa intervista che ho realizzato per Il Giornale subito dopo l’annuncio del Pontefice, racconta cosa dobbiamo aspettarci.
Mons. Fisichella, il Papa quindi affida alla sua guida l’organizzazione di questo Giubileo straordinario della misericordia…
E’ un atto di fiducia da parte di Papa Francesco: lo ha spiegato anche lui il motivo perché lo affida a noi, perché dice che questo Giubileo dev’essere un cammino di nuova evangelizzazione per la Chiesa: dobbiamo portare l’annuncio essenziale del Vangelo, dobbiamo presentare ancora il volto misericordioso di Gesù.
Come sarà strutturato questo grande evento che coinvolgerà tutta la Chiesa?
Adesso il Papa ha dato l’annuncio, abbiamo le prossime settimane per prepararci, per studiare tutte le iniziative da avviare e soprattutto per comprendere come quest’Anno Santo possa esser vissuto qui a Roma, come possa diventare concretamente un segno della misericordia. Il primo pensiero che mi viene in mente è che la Chiesa dovrà adesso riscoprire le opere di misericordia corporale e spirituale, che sia pane quotidiano nella vita dei credenti, per le persone più vicine al Vangelo e per questo privilegiate.
Nel 2000 ci furono tanti eventi, ad esempio il Giubileo degli sportivi o quello degli artisti. Con questo Papa ci potrà essere un Giubileo dei poveri o dei senzatetto?
Dobbiamo pensarci, ma certamente il Giubileo deve dare un’espressione alla Chiesa perché concretamente vada incontro a tutti. Dev’esserci un’attenzione verso le persone più lontane o più deboli. Dobbiamo comunque verificare tutto ciò che potremo fare, per il momento credo sia importante capire come il Papa intenda realizzare questo Giubileo della misericordia. Vorrei precisare comunque che questo evento non avrà compiti strutturali, l’unico compito è quello della conversione spirituale, su come essere testimoni dei Signore. Le cose strutturali e organizzative verranno dopo.
Il Giubileo si aprirà nel 50° anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Perché questa scelta?
Il Papa ha voluto dare questo annuncio all’inizio del terzo anno del suo pontificato e credo che sia intanto una scelta significativa. Poi certamente il Papa ha pensato di aprire la Porta Santa nel giorno di quell’anniversario speciale, perché il Concilio è stato il momento in cui la Chiesa si è rivolta al mondo, in cui ha iniziato a parlare un nuovo linguaggio che è ovviamente il linguaggio del Vangelo, una lingua della misericordia.
Fabio Marchese Ragona
(intervista per Il Giornale del 14.03.2015)