“Ho avuto paura”. Gianluigi Nuzzi racconta com’è nato il suo ultimo libro “Sua Santità”


Domani uscirà in libreria l’ultimo saggio di Gianluigi Nuzzi dal titolo “Sua Santità, le carte segrete di Benedetto XVI” (Chiarelettere, 352 pp, 16 euro). Il giornalista pubblica documenti riservati, appunti e lettere destinate al Papa e al suo segretario, Mons. Gänswein. Vengono affrontati argomenti di tutti i tipi: dal caso Boffo a quello di Mons. Viganò, dallo IOR ai rapporti con gli Stati. Passando per il caso dei Legionari di Cristo e la vicenda di Emanuela Orlandi. Nuzzi, in questa intervista ci racconta come è nato il volume, prosecuzione naturale di Vaticano SpA, dice.

Nuzzi, come ha fatto ad avere queste carte?
I saggi vanno scritti quando uno ha del materiale interessante. L’aver scritto “Vaticano SpA” mi ha permesso di entrare in contatto con tutta una serie di fonti, con le quali si è costruito un rapporto di fiducia che poi si è concretizzato nel libro. Non è che io vada a caccia di storie sul Vaticano, non ho questo interesse, ma per la prima volta nella storia della Chiesa escono dei documenti riservati (che poi saranno consultabili sul mio sito personale); in pratica abbiamo avuto accesso alla scrivania del Papa, all’appartamento privato!

La copertina del libro di Nuzzi

Chi sono queste talpe?
Non le chiamerei talpe, sono fonti confidenziali, persone che hanno voluto render pubbliche vicende rimaste sempre segrete. Io penso che spesso erroneamente leggiamo tutto in una chiave di scontri tra cordate. Ecco, questo fa male alla Chiesa perché lì dentro c’è gente che crede nel Santo Padre, gente che crede nella trasparenza. Questi uomini vedono in lui la guida e il pastore. Ma vedono anche troppi mercanti nel tempio. Quindi queste fonti hanno iniziato a confrontarsi tra di loro e hanno deciso di render pubbliche queste vicende.

Se non sono talpe, possiamo chiamarli corvi?
E’ sbagliato chiamarli corvi. Il corvo è chi diffonde veline anonime. Finalmente qui c’è possibilità di accedere a dei documenti riservati. “Carta canta” si dice a casa mia ed è interessante notare come tutti in Vaticano si rivolgano al Santo Padre. E’ bello vedere come questo pastore sia centrale nella Chiesa! A volte si rivolgono direttamente al Papa perché, a torto o a ragione, i suoi stretti collaboratori magari non sono considerati così illuminati.

Lei ha pagato queste persone?
Non ho mai dato soldi, è solo una voce delegittimante per screditare un libro che si basa su documenti veri. Però devo confessare una cosa: ho pagato qualche caffè e qualche pranzo alle mie fonti!

Cosa troveranno domani i lettori in libreria?
Intanto voglio dire che questo non dev’essere letto come un libro contro la chiesa o contro Bertone, come qualcuno immagina. Questi documenti toccano vicende di tutti i tipi: si parla anche della Chiesa clandestina in Cina e delle sofferenze che turbano la vita ecclesiale in quelle zone calde. E poi ci sono degli appunti di Benedetto XVI con una critica feroce alla cancelliera tedesca Merkel, accusata dal Papa di ingerenze nella vicenda del vescovo lefebvriano negazionista Williamson. Inoltre si parla della cena top secret tra il Papa e Napolitano, visto in Vaticano come un interlecutore strategico per i rapporti con l’Italia, oppure gli sforzi sulla trasparenza del Presidente dello IOR, Gotti Tedeschi e gli incontri con l’allora ministro dell’Economia Tremonti. C’è anche la ricostruzione fotografica di una vicenda rocambolesca, con un’auto del Vaticano crivellata di colpi e ritrovata così fuori da un ristorante.

E poi si parla ancora una volta del caso Boffo…
A me dispiace aver riaperto la vicenda Boffo, mi dispiace umanamente. Ma ero obbligato a pubblicare le lettere perché se non l’avessi fatto allora avrei dovuto cambiar mestiere. Sono un giornalista, dovevo pubblicare tutto.

Quali sono i documenti che hanno lasciato a bocca aperta anche lei?
Mi hanno colpito moltissimo due storie. Il primo riguarda l’ufficio Cifra della Segreteria di Stato (l’ufficio che si occupa di ricevere e mandare messaggi criptati alle nunziature in tutto il mondo). Nel libro c’è un cifrato del Segretario di Stato, Tarcisio Bertone, inviato alla nunziatura a Madrid, sui rapporti che la chiesa spagnola deve avere con l’ETA. Nel cifrato il cardinale dice di evitare riunioni in nunziatura con i rappresentati del gruppo terroristico in vista della deposizione delle armi che l’ETA stava ufficializzando e che poi sarebbe stata resa pubblica. Mi ha incuriosito molto questo ruolo della Chiesa per far deporre le armi ad un’organizzazione terroristica perchè si sa poco di quest’attività sotto traccia. E poi c’è la storia del conto corrente del Papa allo IOR…lascio ai lettori il brivido di scoprire nel libro anche questa vicenda!

Nel libro di parla anche del caso della scomparsa di Emanuela Orlandi…
Sì, ci sono diverse lettere inviate al Papa. Con i documenti che ho raccolto la mia sensazione è che il Santo Padre non sappia assolutamente nulla sul caso di Emanuela Orlandi. Mi sono fatto questa idea. Penso che ci sia grande attenzione sulla vicenda da parte della Segreteria di Stato ma che la memoria e la conoscenza sulla vicenda sia patrimonio di pochissimi. Mi auguro che si faccia luce e ci sia la stessa attenzione che c’è stata nell’istituire una commissione cardinalizia d’inchiesta per scovare le mie fonti.

In un’anticipazione dice di non aver più paura. Paura di cosa?
Ho avuto paura, una paura emotiva. Portarsi 24 ore su 24 una chiavetta USB al collo o trasferire i documenti in una località segreta sono cose che ti mettono tensione. Nell’ultimo anno ho vissuto in una cosa più grande di me. Non voglio fare la vittima, voglio soltanto dire che se hai i documenti del Papa con te e sei l’unico ad averli, magari sei un po’ teso. Ho messo anche dei segnali a casa a Roma per capire se c’erano delle intrusioni. Nel libro si parla anche di attività di pedinamento di 007 vaticani sul suolo italiano! Adesso che il libro uscirà in libreria magari non berrò i caffè ma sono di certo più tranquillo!