Sul numero dell’Osservatore Romano di oggi troverete un articolo curioso che può dare diversi spunti di riflessione. Il quotidiano diretto dal Prof. Giovanni Maria Vian nell’ultima pagina dedica uno spazio a Dodo, un beagle morto un mese fa che dal 2004 era diventato un assiduo frequentatore della Città del Vaticano, con tanto di “permesso di soggiorno”.
Il cane, 7 anni, dopo esser entrato per caso in Vaticano, era stato adottato dalla famiglia di un dipendente del Governatorato ed era ormai conosciuto da tutti, anche dagli uomini della gendarmeria e dalle Guardie Svizzere. L’articolo, intitolato “Storia di Dodo”, ricorda l’animale scomparso e fa un chiaro riferimento al caso dei beagle del canile lager di Montichiari (Brescia) dove centinaia di cuccioli erano rinchiusi per esser vivisezionati. Dodo, si legge, “ha avuto la fortuna di finire in un ambiente ben diverso”, ma la sua storia permette di poter riflettere “su quell’affetto troppo spesso negato non solo nei rapporti umani ma anche, e forse soprattutto, nel rapporto tra uomini e animali”.
Un tema insolito per il giornale del Papa (com’era stato per Michael Jackson o per i Beatles) ma che, con tempistica perfetta, invita ad un serio ragionamento sull’amore verso gli animali proprio in piena estate. Stagione tragica di abbandoni sulle strade.