Francesco crea 14 nuovi cardinali. Ecco perché

Per l’annuncio, anche questa volta rigorosamente a sorpresa, Papa Francesco ha atteso il giorno di Pentecoste: il prossimo 29 giugno ci sarà un concistoro per la creazione di nuovi cardinali. Saranno 14, di cui 11 elettori e 3 ultraottantenni, nominati per essersi distinti per il loro servizio alla Chiesa. Anche in questo caso arrivano da tutte le parti del mondo: Giappone, India, Iraq, Perù, Madagascar, Portogallo, ecc. Tre saranno italiani.

Il primo nome della lista dei nuovi collaboratori del Pontefice, però, non è quello del Vicario di Roma o del Prefetto della Congregazione della Dottrina della Fede, come ci si sarebbe aspettato, ma il Patriarca caldeo di Baghdad, Louis Raphaël I Sako, figura chiave della Chiesa cristiana del Medio Oriente che tutti i giorni fa i conti con le persecuzioni. “La porpora al Patriarca Sako è una porpora per i cristiani perseguitati”, spiegano fonti della Santa Sede, “Il Papa vorrebbe andare in Iraq ma sa che in questo momento non è possibile e così fa sentire la sua vicinanza in questo modo a quel popolo”.

Nell’elenco dei nuovi cardinali pronunciato da Francesco al termine del Regina Coeli in Piazza San Pietro, spiccano nomi eccellenti anche della Curia Romana, a dispetto di chi pensava che Bergoglio avrebbe “punito” gli uomini della Curia. Diventerà cardinale l’attuale numero due della Segreteria di Stato, monsignor Angelo Becciu, sardo di Pattada, chiamato in Vaticano nel 2011 da Benedetto XVI dopo esser stato nunzio apostolico a Cuba e in altri Paesi africani. Per Becciu, con questa porpora si aprirà probabilmente la strada per la guida di uno dei dicasteri della Santa Sede come la Congregazione per le Cause dei Santi o la Segreteria per l’Economia nel caso in cui il cardinale Pell non dovesse più far ritorno in Vaticano dall’Australia, dove sta affrontando un processo per abusi sessuali su minori.

Insieme a Becciu riceverà la porpora anche il Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, lo spagnolo Luis Ladaria e l’Elemosiniere di Sua Santità, il polacco Konrad Krajewski. Anche in questo caso la scelta del Papa è stata simbolica: la porpora non va all’uomo ma ai poveri e ai senzatetto di cui “don Corrado” si occupa ormai da tanti anni personalmente e per i quali, su indicazione del Papa, ha avviato la realizzazione anche di una barberia sotto al colonnato di San Pietro, dei bagni e di un dormitorio.  Tra gli italiani anche monsignor Angelo De Donatis, Vicario del Papa per la Città di Roma e l’arcivescovo dell’Aquila, monsignor Giuseppe Petrocchi: la sua, spiegano dalla Curia, è una porpora simbolica per tutti coloro che soffrono e che hanno sofferto per i terremoti.

Grande assente dall’elenco dei nuovi cardinali, invece, l’arcivescovo metropolita di Milano, monsignor Mario Delpini, che ormai dal luglio 2017 guida la diocesi più grande d’Europa. Se quella ambrosiana è storicamente sede cardinalizia, Papa Francesco, in questo caso, ha deciso di non inserire Delpini nell’elenco, come già successo con i pastori di Torino, Venezia, Bologna e Palermo. Nel caso dell’arcivescovo di Milano, secondo molti, peserebbe l’accusa di aver coperto, quando era vescovo ausiliare, un sacerdote accusato a sua volta di abusi su un minore. In realtà Papa Francesco era già stato informato di questa vicenda prima della nomina di Delpini ad arcivescovo e non aveva trovato elementi che potessero ostacolarne la nomina. “Il Santo Padre”, spiegano dalle sacre stanze, “per dare la porpora a Delpini attende che il suo predecessore, il cardinale Scola, compia 80 anni”.

(Articolo pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano Il Giornale)