Il Patriarca caldeo iracheno Louis Raphaël I Sako risponde alle domande di “Tgcom24 – Stanze Vaticane” in un ritaglio del suo tempo dedicato da settimane interamente ai perseguitati dall’ISIS: “Mi scuso per le risposte brevi, non ho molto tempo, sono molto preso con i nostri profughi” dice prima dell’intervista. Il Patriarca punta il dito contro ONU e Stati Uniti, poi rivolge un appello anche al Papa.
Beatitudine, qual è la situazione attuale dei profughi cristiani e yazidi in Iraq perseguitati dall’ISIS?
La situazione è tragica. Ci sono ancora persone rimaste a Karakosh e in altri villaggi. Sono privati di tutto. ISIS ha preso le donne e non sappiamo dove siano finite. Invece forzano gli uomini a convertirsi all’Islam. Le notizie sono sconcertanti.
Le famiglie rifugiate vivono in una situazione miserabile: settantamila vivono nella regione di Erbil e cinquantamila nella regione di Dohok. La maggioranza vive dentro le chiese e dentro le scuole. Hanno bisogno di tutto. La nostra preoccupazione è che le scuole fra poco apriranno e l’inverno è vicino. Le nostre chiese hanno fatto del loro meglio per accogliere e aiutare queste famiglie.
Gli Stati Uniti però hanno ricominciato a bombardare postazioni di ISIS a nord di Mosul. Non crede che sia un intervento per fermare i terroristi?
Oggi il Segretario Generale dell’ONU ha parlato di ISIS come “responsabile della brutale uccisione di civili”. Le Nazioni Unite, a cui si è rivolto anche il Papa, come possono intervenire?
Ha avuto modo di sentire ancora il Santo Padre? Vuole rivolgergli un appello?
Gli USA pensano anche ad un attacco contro l’ISIS anche in Siria, dove i jihadisti hanno ucciso decine e decine di soldati del regime di Assad. Possono esserci altre soluzioni per fermare queste violenze?
In Iraq i profughi oggi di cosa hanno bisogno?
Cosa chiede alla comunità internazionale?