Papa Francesco mette un suo uomo allo IOR

Che ci fosse qualcosa nell’aria, i dipendenti dello IOR l’avevano capito già qualche giorno fa, quando erano iniziati dei lavori di sgombero e pulizia nell’ufficio del prelato.

Un ufficio rimasto vuoto dal 2010 (da quando Mons. Piero Pioppo era stato inviato in Africa come nunzio apostolico) e che già da domani tornerà a esser occupato, temporaneamente (la nomina è, infatti, “ad interim”) da Mons. Battista Ricca, bresciano di Offlaga, classe 1956, uomo di fiducia del Papa, direttore della Casa Santa Marta (la nuova residenza di Francesco), di altri convitti religiosi e in forza al servizio diplomatico della prima sezione della Segreteria di Stato Vaticana.

Don Battista, sacerdote con un passato trascorso in giro per le nunziature di mezzo mondo (dalla Colombia alla Svizzera), è molto vicino a Jorge Bergoglio: i due sono legatissimi, pranzano quasi ogni giorno insieme, ovviamente in compagnia di altri commensali e sono soliti scambiare a tavola pensieri e opinioni sui principali temi d’attualità.

Adesso Ricca dovrà anche informare Francesco sull’Istituto per le Opere di Religione: il suo ruolo di prelato, infatti, gli permetterà di partecipare, con funzioni di segretario, alle riunioni della commissione cardinalizia di vigilanza (presieduta dal cardinale Tarcisio Bertone) e di poter assistere anche alle riunioni del Consiglio di Sovrintendenza dell’istituto presieduto dal tedesco Ernst von Freyberg. In pratica, ha spiegato il direttore della Sala Stampa, Padre Federico Lombardi, Mons. Ricca sarà una sorta di ufficiale di collegamento tra la commissione dei cardinali e il board dello IOR composto da quattro laici oltre che dal presidente.

In questo modo, inoltre, Don Battista potrà rendersi conto di come si lavora dentro l’istituto, quali decisioni vengono prese e in che modo, per poter poi fare un resoconto dettagliato direttamente al Santo Padre che si appresta a riformare la Curia Romana e, secondo indiscrezioni, lo stesso istituto finanziario.

Da oltre tre anni il posto di prelato era però vacante: nel gennaio 2010, infatti, il savonese Mons. Piero Pioppo, fedelissimo del Card. Angelo Sodano di cui era stato anche segretario particolare, era stato promosso arcivescovo e inviato come nunzio apostolico in Camerun e Guinea Equatoriale. Pioppo aveva ottenuto l’incarico allo IOR nel 2006, qualche settimana dopo che Sodano aveva lasciato il posto di Segretario di Stato al successore Tarcisio Bertone, e lo aveva mantenuto per 4 anni. Da allora il suo ufficio era rimasto vuoto, in attesa della nuova nomina da parte della commissione cardinalizia di vigilanza.

L’arrivo di un nuovo ecclesiastico era atteso infatti nell’estate del 2011: il nome che circolava con insistenza era quello del sacerdote comasco Luigi Mistò, nominato però nel luglio di quell’anno segretario dell’APSA, l’Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica guidata dal cardinale Domenico Calcagno.

L’anno seguente, nell’estate del 2012, gli ispettori di Moneyval, il comitato del Consiglio d’Europa che valuta le misure per il contrasto del riciclaggio di denaro e del finanziamento del terrorismo, nel rapporto pubblicato a luglio dopo l’ispezione in Vaticano, avevano scritto che il 1° dicembre del 2011 la commissione cardinalizia aveva nominato il nuovo prelato di cui però non era stato reso noto ancora il nome. Un vero giallo, perché del prescelto non si è mai saputo nulla fino ad oggi.

Il nuovo Papa però ha sparigliato le carte e ha pescato tra i suoi fedelissimi: nonostante la nomina “ad interim” di Ricca sia stata fatta dal consiglio dei cardinali con la semplice approvazione del Pontefice, tutto fa pensare che in realtà Bergoglio sia stato il vero artefice di tutto.

(Articolo scritto per Il Giornale)