«La Chiesa necessità d’indipendenza finanziaria, avere quindi un’istituzione predisposta a ciò non solo è essenziale, ma è doveroso». Ne è convinto Paolo Cipriani, dal 2007 direttore generale dello Ior, l’Istituto per le Opere di Religione, la cosiddetta «Banca Vaticana».
L’istituto nel 2012 ha gestito un patrimonio complessivo di 7,1 miliardi di euro, con un utile netto di 86,6 milioni e 18.900 clienti. Su questi, con l’arrivo del nuovo presidente, Ernst von Freyberg, sono stati attivati controlli per verificare eventuali irregolarità. Ed è solo il primo passo della rivoluzione che riguarda lo Ior: l’istituto sta cambiando, in linea con la voglia di riforma voluta da Papa Francesco.
Direttore, per il Vaticano è necessario avere un istituto finanziario?
«Il nostro fine è sostenere la Chiesa nella gestione dei propri bisogni finanziari per il raggiungimento degli alti fini istituzionali carismatici dei vari istituti ed enti ecclesiastici. È vero, altri istituti finanziari possono fornire spesso gli stessi servizi, ma con una logica di profitto e non di missione. Secondo il mio modesto parere la garanzia di un’indipendenza finanziaria, affinché la Chiesa possa operare per il raggiungimento delle sue finalità senza dover sottostare a pressioni di Stati o poteri terzi, è estremamente necessaria. Il poter disporre quindi di un’istituzione propria che è preposta a ciò non solo è essenziale ma è doveroso».
Però qualcuno insiste sul fatto che lo Ior non sia necessario. Pensa che il Papa voglia chiuderlo?
«Non posso essere così presuntuoso da sapere i desiderata del Santo Padre! Il Papa ha detto di apprezzare lo Ior per i servizi che ha svolto e svolge e che dà fiducia alle persone che sono addette all’adeguamento agli standard che chiedono le varie istanze internazionali».
Si parla però sempre più insistentemente di una riforma
«Stiamo già effettuando da diverso tempo grandi cambiamenti rispetto al passato, per adeguarci ai tempi in relazione alle necessità e alle nuove normative, prima inesistenti. Lo Ior è e dovrà sempre essere in linea con le direttive internazionali».
Il vostro Presidente ha già annunciato, infatti, grandi novità (nascita di un sito web, bilanci online)
«La visione pubblica dell’istituto deriva da una mancanza di corrette informazioni, anche se per quanto riguarda i bilanci, questi sono già pubblici all’interno della Santa Sede. L’arrivo del nuovo Presidente ha dato quella spinta che noi dipendenti chiedevamo da tempo, le verifiche che sta effettuando sulla nostra operatività ci permetteranno di confermare che abbiamo tutti i requisiti per poter operare a livello internazionale senza problemi».
Parlava di visione pubblica dell’istituto: quando si parla di IOR si pensa subito a conti cifrati, al riciclaggio, ecc
«Quello che mi sono imposto con il mio Vice dal primo giorno della nostra nomina è stato di dare un preciso volto all’istituto per permettere di operare secondo le regole internazionali. Posso affermare con certezza che allo IOR non esistono conti cifrati, né tantomeno anonimi. Ogni transazione è sempre registrata nei nostri sistemi con la precisa indicazione del titolare del rapporto. Per sgomberare il campo da ogni dubbio dobbiamo iniziare a comunicare nel modo più chiaro possibile. Mi auguro che l’opinione pubblica riesca a capire che la via intrapresa da tutti noi è quella della trasparenza nel rispetto della privacy».
A proposito di trasparenza, l’Aif, l’Autorità d’Informazione Finanziaria, nel rapporto annuale 2012 parla di 6 operazioni sospette che riguardano lo Ior
«L’istituto ha predisposto procedure per prevenire i rischi di riciclaggio di denaro. Così quando una transazione è registrata nei nostri sistemi operativi è automaticamente sottoposta a una serie di controlli. Per le operazioni citate i sistemi hanno rilevato alcune anomalie che non corrispondono a movimenti abituali, quindi abbiamo segnalato la cosa all’Aif perché facesse delle verifiche. Naturalmente la segnalazione all’autorità di controllo non significa che queste operazioni comportino riciclaggio di denaro, presentano però delle caratteristiche che richiedono verifiche».
Anche lei è stato accusato di riciclare denaro sporco: un faccendiere in un’intercettazione parla di lei come «amico» che riciclava denaro con operazioni di Ior Lussemburgo
«Non conosco e non ho avuto rapporti con quella persona. Con il mio legale abbiamo comunicato ai giornali che avevano pubblicato la notizia di ritenersi responsabili della verifica sulla veridicità di certe affermazioni. Nel giro di poche ore i quotidiani hanno pubblicato una smentita e quindi per me il caso è chiuso».
(Intervista per Il Giornale)