“Non si pensi più soltanto al posto fisso”

Mons. Rino Fisichella in studio a Tgcom24

 Questo pomeriggio abbiamo avuto ospite a Tgcom24, Mons. Rino Fisichella, Presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione. L’arcivescovo ha parlato a tutto campo di politica e attualità, sottolineando la mancanza di temi etici dal dibattito politico e inserendo tra questi anche il diritto al lavoro. “Non si pensi più soltanto al posto di lavoro a tempo indeterminato” ha detto.


Eccellenza nei dibattiti politici di questi giorni nota l’assenza di temi etici?
E’ davanti agli occhi di tutti! Purtroppo si parla poco ad esempio di dignità della vita e di altri temi tanto cari non soltanto ai cattolici. Si dovrebbe parlare anche dei comportamenti che tante persone impegnate nella vita pubblica assumono. Quindi temi di comportamento, di coerenza, lealtà, onesta. Posso capire che i temi etici, in una campagna elettorale, siano di conflitto e vadano al di là degli schieramenti politici, ma in una campagna elettorale, davanti alle notizie che ascoltiamo, il problema etico è una priorità. Dovrebbe essere un impegno che diventa realmente prioritario. Quando si parla di temi etici l’organigramma è abbastanza vasto.

Anche il diritto al lavoro è un tema etico di cui si dovrebbe discutere?
Il diritto al lavoro tocca la dignità stessa della persona. Dobbiamo guardare alla grande crisi cui il mondo è sottoposto, al problema della disoccupazione. Senza lavoro non c’è vita, non c’è famiglia. E’ certamente un problema etico. Come si fa a costruire una famiglia quando manca il lavoro?  Serve una mentalità più aperta, non pensare ormai soltanto ad un lavoro a tempo indeterminato.

La Francia ha detto sì ai matrimoni gay, come si pone la Chiesa?
Da una parte in alcuni paesi il legislatore deve corrispondere ad alcune esigenze che prima non si ponevano, ma altra cosa è imporre una legge come in Spagna, Francia e Portogallo senza un minimo di dibattito che farebbe comprendere meglio l’importanza della tematica e quello che si gioca per il futuro.

Parlavamo prima di politica, chi ha condanne secondo lei deve candidarsi?
C’è bisogno che la legge intervenga in questo, senza legge si apre l’opportunità dell’interpretazione delle singole persone. Bisogna essere capaci di verificare la giustezza delle accuse e la certezza della condanna. Una volta verificato, non dovrebbero esserci persone nella pubblica amministrazione che vadano contro la legge stessa.

E’ vero che i cattolici divisi rischiano l’irrilevanza?

Bisogna rileggere questo mio intervento non soltanto in chiave italiana ma internazionale. La situazione italiana nel passato ha visto una forte presenza dei cattolici, che era raccolta attorno ad un partito, la Democrazia Cristiana. Non c’è nostalgia della DC, la presenza dei cattolici si rileva in molti partiti e quindi da parte nostra ci deve essere attenzione per l’impegno che possono dare nel richiamo etico e culturale. Il cattolico ha nel suo DNA il richiamo alla coscienza. E’ importante che ogni cattolico sia coerente e cosciente che col suo voto condivide quel progetto verso il quale lui si orienta.

La Chiesa dà indicazioni di voto ai cattolici?
E’ una leggenda perché ritengo che su questa prospettiva abbiamo un altro compito, ovvero annunciare Gesù Cristo ed essere credibili. Io non credo che nel momento in cui diamo delle indicazioni siano prese come esigenza di voto. Noi dobbiamo illuminare i principi fondamentali della nostra fede, che possano illuminare i cristiani nel loro impegno nella vita pubblica.