E Romney disse: “Preghiamo per Obama”

Barack Obama e Mitt Romney

Barack Obama questa notte è stato riconfermato presidente degli Stati Uniti d’America. Lo sfidante repubblicano, il mormone Mitt Romney nel suo discorso in cui ha annunciato la sconfitta si è rivolto ai suoi sostenitori dicendo: “Ora preghiamo per il Presidente“. Nonostante gli ultimi e recenti affondi della chiesa americana sull’apertura di Obama ai matrimoni gay e per l'”Obamacare”, che “ha imposto ai datori di lavoro il pagamento delle spese per contraccezione e aborto”, l’America tutta, l’America che crede, ora pregherà per aiutare il suo presidente nel difficile compito di governare la nazione più potente del mondo per altri 4 anni.

Solo qualche giorno fa la Conferenza Episcopale Americana ha inaugurato un sito web per la difesa della libertà religiosa, con l’arcivescovo di Baltimora, Mons. William E. Lori che con un video ha lanciato l’allarme sull’anticattolicesimo dilagante e sui pericoli dell’Obamacare: “con la riforma sanitaria di Obama si vuol espellere la chiesa dai campi delle sanità e dell’assistenza”, ha detto. Chiara quindi la posizione dell’episcopato statunitense; ma alla fine dove son finiti tutti quei cattolici delusi, ago della bilancia, che dovevano votare per Romney?

Molti si son tirati indietro dopo le gaffe dell’ex governatore repubblicano, soprattutto dopo quella sul tema della povertà, tema tanto caro al mondo cattolico (“I poveri? Non me ne occupo!”). Tanti altri invece si son lasciati “convincere” all’ultimo momento dal cattolicissimo Joe Biden, vice presidente di Obama (che ha avuto la meglio sull’altro “super cattolico”, Paul Ryan, candidato alla vicepresidenza con Romney) e dal movimento dei “Catholics for Obama”, i cattolici democratici guidato dalla vedova di Ted Kennedy, Victoria Reggie Kennedy.

Una serie di defezioni e figuracce insomma che hanno pesato sul risultato elettorale. Oggi non resta che pregare, pensa Romney, e invita il mondo cattolico a unirsi a lui in preghiera per il nuovo mandato del cristiano Barack Obama.