Un ex indemoniato si racconta

Ho appena terminato la lettura del libro di Francesco Vaiasuso (scritto con Paolo Rodari, il vaticanista del Foglio) “La mia possessione – Come mi son liberato da 27 legioni di demoni” (Ed. Piemme). Non vi nascondo che in alcuni passaggi mi son venuti i brividi, non soltanto per il numero di demoni che hanno tormentato per anni e anni questo gallerista siciliano, ma per le rivelazioni e i racconti che si trovano sfogliando le pagine del volume.

Francesco, 40 anni, ha scoperto 9 anni fa di esser posseduto da quando era bambino. A scoprire la sua possessione sono stati diversi esorcisti siciliani, tra cui Fra Benigno, responsabile della formazione degli esorcisti siciliani. Ma fu Padre Matteo La Grua, esorcista palermitano scomparso nel gennaio 2012, a scovare dentro Francesco una legione di 27 demoni.

La copertina del libro di Francesco Vaiasuso

Il libro è un crescendo, racconta il tormento di quest’uomo nel vagare, insieme alla moglie Daniela, da una chiesa all’altra in cerca di aiuto per liberarsi dal maligno. E racconta soprattutto le visioni di Francesco, i suoi incontri inaspettati e le visioni mistiche. Ma la parte del libro che mi ha colpito di più è quella che riguarda il potere di Giovanni Paolo II e della sua sofferenza su Satana. Questo un breve stralcio:

“Dal 2004 in poi avviene un fatto nuovo. Il protagonista, indirettamente, è Giovanni Paolo II. O meglio, le sue sofferenze. La prima volta accade nella stanza di fra Benigno. Gli porto le foto dell’udienza che il 29 novembre del 2000 io e Daniela abbiamo avuto, vestiti da sposi, con Giovanni Paolo II. Fra Benigno è compiaciuto di queste foto, ma subito viene al dunque: inizia l’esorcismo. Di botto cado a terra violentemente e grido: «Fra Benigno, vattene! Basta!». (…)

(…) “Lo guardo girarsi e prendere qualcosa su un tavolino poco di lato. Capisco immediatamente. Sta prendendo le foto di Karol Wojtyla. Non riesce nemmeno a sfi larne una dalla custodia che già urlo: «Noo! Nooo!». E ancora: «Posale! Non posso guardarle! Non sopporto le sofferenze di Giovanni Paolo II! Quelle sofferenze mi distruggono!». E poi, con voce terrorizzata: «Fuoco, fuoco! C’è del fuoco su di me! Brucio!». Lo sento. Il maligno è tormentato dalle sofferenze di Wojtyla. È tormentato perché lui le offre per il bene della Chiesa. Una cosa che gli è insopportabile”. (…)