E’ un amante dello sport, adora il tennis e anche il golf, ha 52 anni e da 24 vive a Roma (è diventato cittadino italiano giusto un mese fa). Greg Burke, americano di St. Louis (Missouri), membro numerario dell’Opus Dei e corrispondente della televisione Fox News, sarà il nuovo “spin doctor” del Papa. Un incarico inedito per il Vaticano che, in pieno Vatileaks, vuol rafforzare la comunicazione e puntare su una strategia vincente.
Greg che farà in Vaticano?
Starò sicuramente dietro le quinte. Quando in Segreteria di Stato mi hanno spiegato la posizione io ho detto subito: “Ah, funzionerà come alla Casa Bianca!”. Ovvero c’è un portavoce che fa le conferenze stampa, che è conosciuto dal grande pubblico e c’è un direttore della comunicazione che nessuno conosce, nessuno sa come si chiama se non gli addetti ai lavori. Ecco, in Vaticano funzionerà così: ci sarà Padre Lombardi che è il portavoce e ci sarò io con il mio ufficio in Segreteria di Stato. E il mio compito sarà quello di formulare il messaggio, preparare il terreno, coordinare. Per questo si deve lavorare in sintonia con la Sala Stampa! Spero di specializzarmi in un campo specifico, magari divento esperto della Banca Vaticana (lo IOR), chissà, sarebbe interessante!
Qualcuno ha scritto che Padre Lombardi ci sia rimasto male per la sua nomina…
Guarda, Padre Lombardi è stato molto gentile con me quando abbiamo discusso di questa cosa. I giornali scrivono tante cose, hanno scritto anche che ho 45 anni e invece ne ho 52! Quello è stato un errore molto carino nei miei confronti (ride)…
Come ha saputo di questo nuovo incarico?
Ero a New York, dovevo passare alla Fox per lavoro e poi andare a casa a St. Louis perché mio padre faceva 90 anni e quindi avevo una “family reunion”. Avevo il cellulare italiano spento e quando l’ho acceso ho trovato un messaggio in segretaria. Era una chiamata dal Vaticano e mi dicevano: “C’è il sostituto (Mons. Becciu – nda) che vuole parlarti, ma non possiamo dire niente al telefono, vediamoci di persona”…
E quindi è andato di persona…
Sì, sono andato, mi hanno fatto la proposta e ho chiesto 24 ore di tempo per riflettere. L’indomani dovevo partire per la Spagna per un servizio sull’economia e così dall’aeroporto di Fiumicino ho chiamato e ho detto no perché preferivo restare in Fox! Però il mio era un “no” sofferto, l’idea mi stuzzicava e forse loro lo hanno capito e così dopo qualche giorno mi hanno richiamato per un secondo incontro…
A quel punto ha ceduto…
A quel punto ho detto “ni”, ero già più convinto e ho chiesto altre 24 ore di tempo. Poi ho richiamato e ho accettato l’incarico di consulente per la comunicazione!
E suo padre? Gli ha detto che lavorerà per il Papa?
Devo essere sincero: non lo sa ancora! Glielo spiegherò oggi perché quando ho avuto il primo contatto con il Vaticano era la sua festa di compleanno e non volevo rovinare il suo momento. Poi quando volevo dirglielo è partito per la Francia con suo fratello maggiore (che ha più di 90 anni!) e non ha il cellulare quindi non ho potuto ancora parlare con lui…
Come glielo spiegherà?
Gli dirò che è un’interessante avventura professionale. L’ho spiegato così a mia sorella ed era molto contenta. Anche se forse era più contenta quando mi vedeva in tv su Fox News!
Avrebbe mai immaginato di finire a lavorare per il Papa?
Assolutamente no! Sinceramente dopo Fox, pensavo di andare a lavorare per la Roma perché adesso gli americani sono proprietari della società, vogliono fare una grande squadra e farla conoscere in tutto il mondo. E quindi pensavo che sarei finito a lavorare lì!
E’ un amante dello sport quindi…
Mi piace molto lo sport, giocavo molto a tennis e adesso ogni tanto vado nei campi di golf: non dico che gioco a golf, dico che vado a colpire le palline che è diverso (ride). Adesso però credo che avrò molto meno tempo!
E’ possibile che il Vaticano l’abbia chiamata anche per la sua appartenenza all’Opus Dei?
Io ho insegnato all’Università della Santa Croce (l’università dell’Opus Dei -nda), insegnavo alla scuola di comunicazione e devo dire che l’Opera è molto attenta alla “Church communication“. Ma non è sempre un vantaggio nel Vaticano e nel mondo professionale appartenere all’Opus Dei! Se mi hanno chiamato magari è anche per via di questa attenzione alla comunicazione ma penso soprattutto perché sono a Roma da 24 anni, ho un’esperienza professionale piuttosto seria e magari anche perché sono americano e quindi conosco bene l’inglese, fondamentale nella comunicazione di oggi.
Il suo primo incarico sicuramente riguarderà il Vatileaks…
Prima dovrò studiare tutte le carte e poi cercherò di fare un buon lavoro di comunicazione!
Come si vede tra 10 anni?
Molto stanco e purtroppo penso non troppo abbronzato. Speriamo che almeno ogni tanto riesca a prendere un po’ di sole!
Al massimo darà lezioni di golf ai cardinali…
(ride) Penso che solo i cardinali americani ogni tanto si dilettino a giocare a golf. Anzi devo dire che una volta a Roma ho fatto una partita con un amico che lavorava in Vaticano e poi è diventato vescovo! Forse gli ho anche portato fortuna!