Nonostante il loro compito sia quello di difendere il Papa e servire la Chiesa, il drammatico terremoto in Emilia Romagna ha permesso anche qualche eccezione al rigorosissimo corpo della Guardia Svizzera Pontificia. Questa mattina all’alba infatti 20 guardie (in pratica una squadra, considerato che l’esercito è formato da 110 soldati in tutto) son partite dal Vaticano per raggiungere le zone colpite dal sisma. E sul posto dovranno svolgere compiti molto delicati.
Dopo che il Papa ha già inviato 600.000 euro per i terremotati, dal Vaticano partono adesso “braccia esperte” in grado di poter dare una mano per la ricostruzione. Durante la visita di Benedetto XVI a Milano, 20 guardie svizzere erano state nelle zone colpite e questa mattina è scattata la seconda missione dei soldati in divisa rinascimentale guidati dal Comandante Daniel Rudolf Anrig. Gli uomini svolgeranno sul posto principalmente mansioni di sicurezza, soprattutto negli ospedali di Carpi e Mirandola e ovviamente, se necessario, svolgeranno anche lavori manuali. Le 20 guardie, che hanno deciso di partire per l’Emilia autofinanziandosi, senza insomma attingere alle casse del corpo pontificio, dormiranno in tende da campeggio e rimarranno lì fino a domenica sera. Poi, nel prossimo fine settimana, arriverà una terza squadra di giovani guardie. Al servizio del Papa e per un po’ anche al servizio di chi ha perso tutto.