Su Panorama in edicola oggi (che dedica la copertina al fenomeno del 2011, Twitter) parlo della passione per il social network di preti, vescovi e cardinali. E racconto di una battuta che circola nei Sacri Palazzi (e non solo…).
Il più attivo è il cardinale Odilo Pedro Scherer, che“cinguetta” da Sao Paulo con decine di tweet giornalieri e quasi 8000 followers. Ma il primato potrebbe esser insidiato dal cardinale Gianfranco Ravasi, (in foto) ministro della Cultura del Vaticano: posta foto e versetti della Bibbia. Uno dei suoi ultimi tweet è dedicato a chi lo segue sul network: “Quelli cheavevano mangiato erano circa 5000 (Mt 14,21). Un saluto ai miei 5000 followers. La Parola è per Voi”. Su Twitter è persino Benedetto XVI, che in giugno ha inviato il suo primo tweet in mondovisione per inaugurare il profilo ufficiale del Vaticano “News_Va”. E ci sono Sean Patrick O’Malley, arcivescovo di Boston, Angelo Scola, arcivescovo di Milano, Wilfrid Fox Napier, cardinale di Durban, in Sud Africa. Ubaldo Santana, arcivescovo di Maracaibo (Venezuela) e quello di Durango (Messico) Héctor González Martínez, predicano e discutono di attualità: hanno twittato contro la Benetton, “colpevole di aver sfruttato l’immagine del Papa per pubblicità”. I più esperti sono però i sacerdoti under 50: i due più attivi sono Paolo Padrini (inventore di iBreviary, il messale per iPad eiPhone) e il gesuita Antonio Spadaro, direttore della Civiltà Cattolica. E se qualche porporato o arcivescovo gioca a fare a gara su chi ha più fans, nei Sacri Palazzi circola una battuta: “Gesù all’inizio aveva solo 12 follower, eppure ebbe lo stesso grande successo”.