VERGOGNA!

Benedetto XVI presto scriverà. Lo farà di proprio pugno e si rivolgerà alla chiesa irlandese. “Sono scosso e addolorato” ha commentato il Santo Padre dopo aver letto il “Rapporto Ryan”, 5 volumi su casi di abusi sessuali perpetrati su minorenni da parte di membri del clero dell’arcidiocesi di Dublino.
Dopo il memorabile viaggio negli Stati Uniti e la sua “tolleranza zero” (più severa di quella di Giovanni Paolo II) oggi Papa Ratzinger prende un impegno importante nei confronti delle vittime: i responsabili – una cinquantina di sacerdoti irlandesi – la pagheranno. Questi membri del clero “hanno tradito la loro solenni promesse a Dio, così come la fiducia in loro riposta da parte delle vittime e delle loro famiglie, e dalla società in generale”.

Mai parole così forti. Qualche tempo fa qualche sacerdote italiano parlava di “lavare i panni sporchi in casa propria”. Oggi Benedetto XVI si rivolge indirettamente anche a loro definendo “greve crimine” il risultato del rapporto.

Per chi volesse approfondire, il “Rapporto Ryan” (in inglese) è disponibile QUI

IL LUPO CHE STUDIA DA AGNELLO

Il 10 gennaio 2010 Alì Agcà tornerà in libertà dopo aver scontato 28 anni di carcere. Rinchiuso ad Ankara per l’omicidio di un giornalista turco (per l’attentato a Giovanni Paolo II ottenne la grazia nel 2000 dal Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi), l’ex lupo grigio ha già detto che vorrebbe vivere in Italia.

Tra le prime cose da fare pare voglia recarsi in Vaticano a pregare sulla tomba di Papa Wojtyla. Ma ovviamente Agcà conosce bene l’odore dei soldi e ha chiesto 2 milioni di dollari per un’esclusiva.

A cheidergli l’intervista almeno 100 giornali di tutto il mondo: lui nel frattempo ha già scritto a Dan Brown, proponendogli un “Codice Vaticano”.

Le prime mosse mediatiche, tra preghiere e interviste, sono pronte.

“NO” PER PROTESTA!

Questa settimana Panorama dedica la sua copertina alla vicenda dei minareti.

Ho realizzato per il settimanale una breve intervista all’ex comandante della Guardia Svizzera Pontificia, il colonnello Elmar Theodor Mäder, tornato in Svizzera da ormai un anno al termine del suo incarico in Vaticano.

Al referendum il colonnello ha votato “no” (favorevole alla costruzione di nuovi minareti). Il suo è addirittura un voto di protesta contro i cristiani che «in Svizzera non sono affatto attivi». «Di certo non mi rallegro se vedo più minareti – continua – però una cultura e una religione non si fermano con le leggi, ma con l’attivismo cristiano. In Svizzera tutti dicono: “non vogliamo altri musulmani”, ma nessuno coltiva la sua fede».

«Con questo voto» secondo Mäder «la Svizzera ha voluto dare un segnale alle autorità che non fanno abbastanza per l’integrazione dei musulmani. Ma anche loro fanno troppo poco per integrarsi. Se vogliono vivere nella nostra cultura, allora devono adeguarsi, senza ovviamente perdere la loro identità religiosa. Noi vogliamo rispettarli ma alcuni di loro non vogliono integrarsi».

LEGGI QUI IL SERVIZIO COMPLETO CON L’INTERVISTA