“Caro fratello, vai avanti come arcivescovo di Monaco e Frisinga, non accetto le tue dimissioni”. Un invito a continuare sulla strada delle riforme per superare la piaga della pedofilia e un’amara riflessione sul fatto che tutta la Chiesa sia in crisi.
Papa Francesco risponde con una lunga lettera scritta in spagnolo al cardinale tedesco Reinhard Marx, ultra-progressista 67enne, suo stretto collaboratore, che lo scorso maggio nel corso di un’udienza privata aveva offerto al Pontefice le sue dimissioni dalla guida della diocesi. Una mossa politica, ponderata, un “gesto di corresponsabilità” per lanciare un forte segnale d’insofferenza su come la Chiesa tedesca sta gestendo la piaga degli abusi su minori, con sacerdoti e vescovi che non si assumono le proprie responsabilità, fedeli delusi e riforme rimaste al palo.
“Mi dici che stai attraversando un momento di crisi”, scrive Bergoglio al porporato che guida anche il Consiglio per l’Economia della Santa Sede, “non solo tu ma tutta la chiesa in Germania lo sta vivendo. Tutta la Chiesa è in crisi per il problema degli abusi. E da soli non se ne esce, ma solo in comunità. La politica dello struzzo”, continua Francesco, “non porta a nulla; di più ancora, la Chiesa oggi non può fare un passo avanti senza farsi carico di questa crisi. Dobbiamo chiedere la grazia della vergogna”.
Il Papa ringrazia Marx per il coraggio, “il coraggio cristiano che non teme la Croce” e insiste sul tema della riforma, che sia “non a parole ma in atteggiamenti che hanno il coraggio di affrontare la crisi”, soprattutto in quella Germania dove l’arcivescovo, già Presidente della Conferenza Episcopale, con un sinodo nazionale biennale ancora in corso, ha aperto una discussione su celibato sacerdotale, unioni gay e donne. E’ stato sempre il porporato a denunciare nella sua lettera al Papa del 21 maggio la mancanza di coraggio da parte delle autorità ecclesiastiche tedesche, parlando addirittura di Chiesa cattolica “a un punto morto”, di “fallimento istituzionale e sistemico”, con la stima nei confronti dei vescovi da parte dei fedeli crollata ai minimi termini.
“Il Cardinale parla di un ‘punto morto’ che la Chiesa avrebbe raggiunto”, commenta a Il Giornale il cardinale tedesco Walter Brandmüller. “Ma è vero? Ci sono – fuori dall’Europa centrale – continenti in cui la Chiesa pur povera e perseguitata cresce e sta in fioritura. E’ la Chiesa in Germania che nonostante la sua ricchezza e il mastodontico apparato amministrativo vede chiese vuote, tante chiese vendute, distrutte per mancanza di fedeli. Tutto ciò”, continua il porporato, “non è la prima conseguenza degli scandali sessuali, ma della perdita della fede. Finalmente si parla della stima verso i vescovi. Bene. Ma questo dipende da ogni vescovo. Quanto più chiara e sostanziosa è la presa di posizione sul campo della dottrina, della fede e della morale, tanto più un vescovo troverà ascolto e stima!”.
Marx, ancora lontano dall’età del pensionamento, previsto a 75 anni, dovrà adesso accettare la decisione del Papa e continuare a guidare il suo gregge; lo stesso Francesco, nel concludere la lettera ha voluto chiarire: “Se sei tentato di pensare che, nel confermare la tua missione e nel non accettare la tua rinuncia, questo Vescovo di Roma (tuo fratello che ti ama) non ti capisca, pensa quello che ha provato Pietro davanti al Signore quando, a suo modo, gli presentò la sua rinuncia: ‘Stammi lontano che sono un peccatore’, e ascolta la risposta: ‘Pasci le mie pecore’”.
(Articolo pubblicato nell’edizione odierna del quotidiano Il Giornale)