Oggi Papa Francesco si recherà in visita al Tempio Maggiore di Roma dove incontrerà la comunità ebraica. Dopo Wojtyla e Ratzinger, un Pontefice torna in Sinagoga. Abbiamo intervistato il rabbino capo di Roma, Riccardo Di Segni che annuncia: “Risponderemo al documento Vaticano sul dialogo con gli ebrei”.
Rabbino Di Segni, cosa si aspetta da questa visita di Papa Francesco?
Deve essere un segnale concreto e comprensibile importante di amicizia. Deve essere un segnale di opposizione a quello che sta succedendo in questi tempi in cui la violenza è supportata e ispirata da visioni religiose. Quindi il messaggio deve essere che la diversità religiosa porta ricchezza e non distruzione al mondo. Mi auguro che questa visita sia un’efficace dimostrazione di volontà di amicizia e di pace.
In tanti dal mondo ebraico chiedono a questo Papa più chiarezza…
La chiarezza è un presupposto per un’amicizia franca, penso che questo Papa non avrà reticenze a usare termini chiari.
Rispetto a Wojtyla e Ratzinger pensa che Francesco darà un significato diverso a questa visita?
Penso di sì, la prima cosa che abbiamo capito è quella dello stile, che vuol essere uno stile diretto, di rapporto con le persone. Per quanto riguarda il resto, vedremo.
Si stanno facendo passi in avanti con il Vaticano per il dialogo interreligioso?
Sì, c’è stato questo importante documento che è stato fatto dalla commissione per i rapporti con gli ebrei, che è importante ed è un punto di riferimento essenziale. E poi ci saranno risposte ebraiche autorevoli. Sottolineo ci saranno.
Qualche giorno fa è entrato in vigore l’accordo tra Santa Sede e Palestina. Parlerà anche di questo al Papa durante la visita in Sinagoga?
Ne parleremo, ma sotto altri punti di vista…