“Papa Ratzinger e quel pensiero sulla morte” Intervista a Monsignor Georg Gänswein

La mia intervista a Mons. Georg Gänswein

La mia intervista a Mons. Georg Gänswein

Ho realizzato una lunga intervista a Mons. Georg Gänswein per il programma di Retequattro “La strada dei miracoli” (in onda ogni martedì in prima serata). Nel colloquio si è parlato di tutto: della sua vita privata, dei suoi sogni da bambino, di Papa Francesco e del Papa Emerito, Benedetto XVI che – racconta l’arcivescovo – alla soglia degli 88 anni pensa e si prepara alla morte.

Mons. GänsweinLei vive e lavora accanto a due Papi. Che esperienza è?
Molto impegnativa, lavoro accanto a Papa Francesco perché sono stato chiamato a svolgere il servizio di Prefetto della Casa Pontificia e vivo al monastero “Mater Ecclesiae” con il Papa Emerito Benedetto XVI che conosco da tantissimi anni e che essendo un uomo anziano ha bisogno di una persona accanto.

Come sta Ratzinger?
Sempre molto lucido e vigile. L’unico problema sono le gambe, lui stesso dice che le sue sono ormai gambe vecchie e fa fatica a camminare.

Parlate mai della morte?
Benedetto pensa alla morte e si prepara alla morte. È chiaro che un uomo che tra poco compirà 88 anni pensi a questo. Ne abbiamo parlato diverse volte, il Papa ed io, nonostante lui sia una persona molto discreta e riservata. La sua è un’arte cristiana, perché prepararsi alla morte vuol dire prepararsi all’incontro con Dio e questo è un incontro decisivo.

Papa Francesco invece ha detto che ha la sensazione che il suo pontificato sarà breve….
Lui ha dato persino delle cifre, ha parlato di quattro o cinque anni. Ero sorpreso perché ne ha già parlato altre volte. Ho l’impressione che lui abbia delle mete da raggiungere e non so se lui veda un arco di tempo preciso, senza un termine o se abbia una data precisa.

I due Papi si vedono spesso?
Si sentono e s’incontrano…

Francesco sta preparando un’enciclica “ecologica”: Ratzinger ha dato qualche consiglio anche per questo lavoro?
L’ultima volta Francesco ha fatto visita al Papa Emerito durante la Settimana Santa, il martedì. Loro quando s’incontrano stanno sempre a quattr’occhi. Posso immaginare che anche su questo argomento, se Francesco parla di Benedetto come di un “nonno saggio”, a un  “nonno saggio” avrà chiesto qualche consiglio!

Papa Francesco come vive le minacce dell’ISIS?
E’ un problema serio e diverse volte il Papa ha parlato di questi cristiani che vengono perseguitati, decapitati e bruciati vivi solo perché cristiani. Sono cose orribili, loro sono dei martiri e questa cosa si deve prendere molto sul serio. Ma questo riguarda i fedeli; per sé stesso, il Papa, invece, non credo che abbia alcuna paura di queste minacce.

Adesso parliamo di lei: se Georg Gänswein non fosse diventato prete, oggi che lavoro farebbe?
Il mio sogno era quello di lavorare in borsa e non so spiegare perché questo mondo mi affascinava. Ma non è andata così e ringraziamo Dio per questo!

Ha del tempo libero per sé?
Il mio tempo libero è molto ridotto, quando posso faccio delle escursioni in montagna, leggo, ascolto musica, mi piacciono le canzoni di Gianni Nannini e di Eros Ramazzotti. Poi vorrei riprendere il tennis che ho lasciato quando Benedetto XVI ha rinunciato al pontificato, ma ancora non ho trovato un buco per rimettermi in campo. Poi quando posso cerco di uscire un po’, non dico scappare, ma stare in giro per Roma, soprattutto nel pomeriggio o la sera per una passeggiata con gli amici e per una buona cena.

C’è anche un passione per il calcio…
Seguo il calcio da quando ero bambino e la mia passione è continuata anche da adulto. Non è un segreto la mia simpatia per il Bayern Monaco che tifavo già da ragazzino!

Ma lei crede nei miracoli?
Io credo che la fede produca miracoli, come anche la preghiera: se è forte compie miracoli e penso sia un’esperienza di tutti i credenti.

Si è mai trovato di fronte ad un miracolo?
Posso dire che diverse volte arrivano delle lettere in cui le persone ringraziano Benedetto XVI perché hanno chiesto la preghiera, in una situazione di grande difficoltà o di salute, e poi  l’hanno superata. Quindi ringraziano il Papa Emerito per la sua preghiera. Io ricevo queste lettere e quindi prendo atto di questa cosa…

Ci sono tante storie di apparizioni o di lacrimazioni di statue della Madonna; come ci si deve comportare di fronte a tali fenomeni?
La cosa importantissima di questi fenomeni è distinguere bene il falso dal vero, il misticismo dal vero miracolo. Per questo esiste in Vaticano la Congregazione per la Dottrina della Fede che valuta attentamente i singoli casi segnalati dai vescovi. Ci sono molti casi di apparizioni e di rivelazioni private, pertanto, personalmente, sono molto cauto. Non dobbiamo dimenticare che anche l’angelo della luce, il diavolo, può ingannare fortemente. Perciò meglio mantenere la calma, essere prudenti e affidarsi alla preghiera.

Fabio Marchese Ragona

GUARDA L’INTERVISTA VIDEO QUI

4 risposte a ““Papa Ratzinger e quel pensiero sulla morte” Intervista a Monsignor Georg Gänswein

  1. Nessuno mi ha informata dell’eventuale goal del Bayern.Anch’io devo pensare alla morte e anche a mio figlio.E’ il primo pensiero che guida e guiderà tutti gli altri.

  2. Anche se trovo interessanti e degni di nota tutti gli argomenti esposti nell’intervista, per il momento desidero concentrarmi solo su uno (per non fare il commento troppo lungo).

    Trovo “logico” che a 88 anni si inizi a pensare alla morte, tuttavia non dovrebbe essere un pensiero dominante, considerato che è una condizione estranea alla vita… in fondo, “a ciascun giorno basta la sua pena”. Infatti, Dio ispirò Salomone a descrivere la morte così:
    “I vivi sanno che moriranno, ma i morti non sanno nulla…”.
    Gesù confermò lo stato di inattività della morte quando, durante il viaggio verso Betania, disse prima che Lazzaro dormiva, poi che era morto, equiparando le due condizioni.
    Per questo non dovremo aspettare di morire per “incontrare” Dio o conoscerlo, possiamo avvicinarci a lui ora che ne abbiamo la possibilità, leggendo e mettendo in pratica la Sua Parola.
    (Matteo 6:34; Qoèlet 9:5,10; Giovanni 11:11-15 BJ)

  3. Buongiorno.
    Trovo assurdo che una persona, debba pensare o peggio ancora, prepararsi alla morte. La stessa è la conclusione della nostra vita e quando arriva, arriva. Stop. Quotidianamente, muoiono persone di morte violenta e mi chiedo, come fanno a prepararsi alla morte ? ci sono persone che superano il secolo di vita e ancora oggi, se gli parli di morte, si arrabbiano e ti mandano a quel paese. Il mioateismo, mi porta a pensare che nessuno e sottolineo nessuno, dovrebbe pensare o prepararsi alla morte. La vita va vissuta intensamente e non bisogna mai, pensare al peggio. Certamente la morte è l’unica cosa giusta su questa terra e come diceva mio padre, nulla di più sensato è paragonabile alla fine della nostra esistenza. Cosa troveremo dopo la morte, purtroppo non lo sa nessuno. Si tira a indovinare o per i credenti, si immagina un mondo nuovo fatto di luce e di anime. Tutto questo, in nome di un Dio, che nessuno ha mai visto. E se il Dio che tanto ostentiamo, fosse lontano anni luce da quello che abituamlente preghiamo, come dovremmo comportarci ? volete un consiglio ? non pensate mai alla morte e vivete nel modo più spensierato possibile. Quando arriverà il momento, ci penserete. Non prima.
    Cordialmente.

  4. Anche se a volte il pensiero di andare via per sempre sfiora la mente bisogna vivere e andare avanti , nel momento in cui nasciamo incominciamo a morire.La vita puo’ essere sacrificata o agiata ma la sorte finale e’unica per tutti.Riflettere sulla morte ci predispone il cuore all’incontro con Dio.

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