Sto leggendo un interessante libro di Ignazio Ingrao, vaticanista di Panorama, intitolato “Il concilio segreto” (Ediz. Piemme, 322 pagine, €.17,50). Nel volume si racconta da un’altra prospettiva il Concilio Vaticano II e il mondo Vaticano di quegli anni. Troviamo un giovane Ratzinger intento a fare volantinaggio davanti alla Basilica di San Pietro, cronisti in rivolta, appuntamenti notturni, persino una “Vatileaks” di Paolo VI, pontefice accompagnato nei suoi viaggi all’estero dall’imponente monsignore americano Paul Marcinkus.
Nonostante l’obbligo del segreto tutto il Concilio è costellato di fuoriuscite incontrollate di informazioni passate ai giornali che finiscono per influenzare il corso degli eventi – scrive Ingrao nel volume – La Vatileaks conciliare tocca il suo apice nella tumultuosa terza sessione quando viene violata la corrispondenza privata di Paolo VI con i cardinali. In particolare a far agitare le acque è un documento sulla libertà religiosa e la conseguente dura presa di posizione di un gruppo di porporati tedeschi e francesi che decidono di scrivere al Papa per metterlo al corrente delle tanto contestate decisioni prese dal Segretario Generale del Concilio, Pericle Felici. La lettera viene preparata dal Card. Frings, con l’aiuto del giovane Joseph Ratzinger. Tutto avviene nel riserbo più assoluto fino a quando la notizia non viene diffusa sulla stampa (Le Monde pubblicherà integralmente il testo della lettera riservata inviata al Papa).
Paolo VI è impegnato nel frattempo anche con le visite pastorali in giro per il mondo. Ed è con il viaggio in India del 1964 che inizia l’ascesa del monsignore americano Paul Marcinkus. Quando Montini riceve dal cardinale di Bombay l’invito a recarsi in India per l’inaugurazione del Congresso Eucaristico Internazionale, chiede a Marcinkus, detto Chink, di volare laggiù per un sopralluogo. Un vero successo organizzativo e diplomatico per il monsignore di Cicero (Illinois) che accompagnerà il Papa come traduttore anche nel delicatissimo faccia a faccia con il presidente americano Lyndon B. Johnson. E poi viaggi a Fatima, in Colombia, in Uganda, in Turchia, in Australia e nelle Filippine, dove Marcinkus, grazie alla sua stazza, riesce ad avventarsi e a bloccare un fanatico che voleva accoltellare il Papa.
Da quel momento inizierà per Chink una carriera di body guard del pontefice, incarico che affiancherà a quello all’interno dello IOR, la banca vaticana. Diventa prima segretario dell’istituto, viene nominato vescovo e successivamente presidente dello IOR. Con Wojtyla continuerà per alcuni anni a sovrapporre il ruolo di organizzatore dei viaggi papali, di body guard e di presidente della banca vaticana. Giovanni Paolo II nel 1981 lo nomina anche pro-presidente del Governatorato Vaticano e lo eleva alla dignità di arcivescovo. Qualche anno dopo scoppierà lo scandalo del Banco Ambrosiano che lo vide protagonista.