Il card. Carlo Maria Martini, arcivescovo emerito di Milano è morto questo pomeriggio. Su internet (e anche grazie a a qualche giornale che non spiega bene la faccenda) stanno circolando voci secondo cui Martini avrebbe rifiutato le cure.
Non voglio dilungarmi ma non ho potuto fare a meno di scrivere quando ho letto alcuni commenti che paragonano la vicenda del porporato 85enne a quella di Piergiorgio Welby (che chiese di morire) o a quella di Eluana Englaro.
Intanto i fatti: il Cardinale ha rifiutato (come possono fare i cattolici che seguono la dottrina) tutto ciò che riteneva “accanimento terapeutico”, nel suo caso la “peg”, il tubicino per l’alimentazione artificiale che viene inserito nell’addome e il sondino naso-gastrico. Questo non significa che Martini abbia rifiutato cibo e acqua e che abbia chiesto di morire.
Il Cardinale ha rifiutato semplicemente un trattamento speciale (nell’ultima fase di vita ormai inutile) per esser sostenuto da una idratazione parenterale. Nonostante ciò in tanti stanno strumentalizzando le ultime ore di vita del cardinale per parlare di diritto alla morte e sollevare i soliti polveroni contro la Chiesa.
Possiamo star tranquilli: Il cardinale non ha mai chiesto di morire e nessuno ha deciso sulla sua morte. In questo momento sarebbe meglio semplicemente pregare.