Ormai è una pratica più che consolidata: quando viene fuori il nome di un prete pedofilo (in Italia o all’estero) scatta automaticamente una vera e propria gogna mediatica contro il sacerdote. E se il prete d’un tratto non è più pedofilo e viene scagionato da tutte le accuse? Noto (e mi fanno notare) che da parte dei media, in questi casi, c’è il massimo silenzio. Non sarà contento Padre Kevin Reynolds, sacerdote irlandese della contea di Galway, nell’ovest del Paese. Padre Reynolds, accusato pubblicamente di essere un pedofilo (come successo per tanti altri preti irlandesi), in realtà, dopo indagini e vari test medici è risultato essere innocente, non ha mai abusato di bambini, non è un pedofilo. Nonostante ciò, in Italia, nessuno ne ha dato notizia (a parte il Foglio: ne ha parlato Paolo Rodari QUI).
La tv nazionale irlandese RTE, nel maggio scorso, lo aveva trasformato in una star (o in un mostro): lo aveva “perseguitato” e il suo direttore, saputa la notizia dell’innocenza di Reynolds, si è dovuto dimettere, scusandosi pubblicamente con il prete, dicendo: “E’ stato uno degli errori editoriali più grandi della mia carriera”. Non è finita, RTE adesso rischia di pagare una multa di 250.000 euro per diffamazione.
Questo prete 65enne, accusato di aver violentato una ragazzina africana nel 1982 e di esser padre di una ragazza (oggi 14enne) è innocente. E in silenzio è tornato a lavorare nella sua parrocchia, senza chiedere vendette e senza puntare il dito contro chi lo aveva accusato. Impariamo.