“Non credo a quella preghiera sul muro”

“Il Papa fermandosi a pregare di fronte al muro che divide Betlemme da Israele, probabilmente ha mostrato un suo dissenso contro questo muro sul quale si potrebbe discutere dal punto di vista politico, sulla sua utilità”.  Questo il commento a Stanze Vaticane di Riccardo di Segni, Rabbino capo della comunità ebraica di Roma, commentando il viaggio del Papa in Terra Santa.


“Io vivo a Roma”, ha detto DI Segni, “e la città del Vaticano è protetta da altissime mura per motivi storici. Ma nessuno può entrare in Vaticano senza mostrare il passaporto o fare i documenti. Nel giorno in cui si apriranno le mura vaticane e si darà libero accesso a tutti, allora io crederò a questa preghiera fatta di fronte al muro. Tutti quanti vorremmo che non esistano muri, se esistono è perché ci sono dei motivi di violenza e di necessità di protezione delle popolazioni. Se non risolviamo questi problemi è inutile fare la retorica dei muri”.

Parlando dell’invito del Papa in Vaticano al presidente palestinese e a quello israeliano per un incontro di preghiera per la pace, il Rabbino capo di Roma ha detto: “Il Papa è capo di una religione importantissima e si presenta in Terra Santa come esponente religioso ed è bene che promuova la pace e faccia mediazione sul campo religioso. E’ anche il capo di uno Stato, benché piccolo, ma fondamentale per la sua importanza sullo scacchiere politico internazionale e tanto più nel vicino Oriente, che è terra addormentata nella quale ha i suoi interessi. Il Vaticano non è fuori dal conflitto in posizione da fare da mediatore. Il Vaticano sta dentro al conflitto come parte interessata. Un conto è un incontro di preghiera e un conto è un incontro di pace politica che dovrebbe svolgersi altrove”.

22 risposte a ““Non credo a quella preghiera sul muro”

  1. É un punto di vista sbagliato e fazioso non si può rapportare la citta del Vaticani con il muro di Gerusalemme,il primo sono i confini tra 2 nazioni che si rispettano.il secondo é figlio dell’ odio religioso e dell!arroganza .occupando e limitando la vita democratica di un popolo.

  2. Mi spiace che il Rabbino capo sia polemico con il Papa che credo in buona fede.Penso che quando uno ti tende la mano il minimo che puoi fare è accettarla.Se alla resa dei conti si scopre che c’era malafede la condanna llora sara giustificata.Fino ad allora pero sarebbe opportuno accettare l’offerta che viene fatta senza pregiudizi. Se ti schivi il sospetto che sia tu in malafede è legittimo, il resto è dialettica.
    Mi piacerebbe tanto vedere la gente che prega assieme senza pregiudizi ciascuno a suo modo ma con convinzione senza ipocrisia. Credo pero che certe persone siano più propense ad ostentare per motivi “politici” più che religiosi ,una certa diffidenza per dividere anziche unire le persone ed i popoli , di questo mi rammarico e le affido al giudizio di quello che è il titolare dell’universo indifferentemente di come venga appellato dagli uomini.

  3. Non so se è frutto della “sintesi” del giornalista, ma traspare molto astio in queste parole, astio (e un po’ di invidia) assolutamente ingiustificato e che sicuramente non contribuisce nel qualificare l’immagini dell’ebraismo italiano. Concordo con Tony: è un confronto, quello delle mura Vaticane e quello a Gerusalemme, assolutamente privo di fondamento.
    Sarebbe meglio mettere in evidenza gli aspetti positivi di questo viaggio. Tra l’altro Segni, lanciando questo “strale” ha messo in evidenza un evento che era quasi passato in sordina, ottenendo solo l’effetto contrario.

  4. A quanto detto aggiungerei che le mura che cingono il Vaticano non sono solo un confine ma un bene storico. Trovo la polemica del Rabbino Capo quantomai inutile

  5. Le religioni non hanno mai uniti i popoli, sono sempre state la causa di divisioni e contrasti (nel migliore dei casi).

  6. Il muro di Israele è un segno di divisione evidente. Questo al di là del fatto che sia giustificata o meno la sua costruzione. Mi pare che la preghiera del Santo Padre sia innanzitutto stare di fronte al male che divide l’umanità (ed il cuore stesso di ogni persona) con apertura a Colui che vince questa divisione, all’ultima sorgente di bene che tutti ci abbraccia. Credo che questo sia un atteggiamento condivisibile da ogni spirito religioso, cioè da ogni uomo.

  7. Odio questo tipo di polemiche pretestuose. Ciò che sta facendo il Papa è straordinario. Certo, avrebbero dovuto fare altrettanto i suoi predecessori. Certo, lui stesso potrebbe fare di più. Ma non perdiamo l’obiettività. La realtà non è mai come la si vorrebbe. La realtà di Francesco è finalmente coerente al Vangelo. Ma Francesco va oltre, entra nel dialogo politico pur senza fare politica. Pone ciascuno di noi davanti alle proprie responsabilità, senza più eguagliare il perdono divino con quello terreno. Usa parole dolci per i buoni, parole dure per i corrotti.
    Il Papa mette l’amore e la pace al centro del dibattito, verità sulle quali nessuno può obiettare.
    Di Segni dovrebbe usare toni più concilianti. Gli faccio presente che la scorta e la protezione attorno al Papa non potrebbe essere più esigua, e mi viene a parlare di mura Vaticane? Incominciamo ad abbattere le mura ideologice, poi potremo abbattere anche le mura di pietra.

  8. Nel mondo esistono almeno altri cinquanta muri che dividono Stati, realizzati, per lo più, per fermare l’immigrazione. Il muro tra Israele e Cisgiordania (che poi è tale solo per il 10 % circa di tutto il confine essendo, per il resto, solo una rete monitorata) ha salvato molte vite dagli attentati e questo il Papa dovrebbe saperlo e avrebbe dovuto tenerne conto.
    Aggiungo che, se la la sosta al monumento delle vittime israeliane del terrorismo palestinese, fosse stata una scelta del Papa sarebbe stato un gesto significativo, invece è avvenuta solo su richiesta del Primo Ministro israeliano.
    Quanto a commenti come quelli del sig.(!) emiliano, dimostrano quanto sia ancora diffuso il pregiudizio antiebraico.

  9. Sono veramente sconcertato da questa presa di posizione del sig. Riccardo di Segni. Sono sempre stato un sostenitore di Israele, ma la politica degli ultimi anni del governo israeliano è inaccettabile. Occorre dare una patria ai palestinesi e Israele deve rinunciare a qualcosa, ferma restando la necessità della sua sicurezza. La presa di posizione del Papa è chiara ed è l’unica che può portare alla pace. Qualche volta occorre più coraggio nel fare la pace che fare la guerra.

  10. non merita commenti chi anzichè cercare la pace con ogni mezzo ed in qualunque situazione si trovi esprime malfidenza e non tenda una mano alla pace da dove questa arrivi.

  11. iL rabbino ha perfettamente ragione sono anni che il “PAPATO” comanda sia politicamente sia reliosamente…se ritornasse Cristo ne avrebbe di ben donde da dirne.
    La chiesa cattolica ha ucciso milioni di persone, i loro preti hanno violentato migliaia di bambini, la vergogna non è nel loro DNA VERGOGNA
    Credo in Dio ma non in loro

  12. Beh! direi proprio che la polemica è fuori luogo, Papa Francesco è un uomo di pace, su questo non può esserci dubbio alcuno, piuttosto, mi sentirei di consigliare al rabbino Di Segni, che a parlare di pace ogni tanto dovrebbero essere anche le comunità ebraiche. Invece questi atteggiamenti lasciano intravedere un certo fare snob, tipico di chi conosce il vittimismo come risposta ad ogni cosa. Che i portatori di pace siano sempre i ben venuti ovunque, a prescindere se capi di stato, religiosi, atei o semplici messaggeri di chi la pace vuole costruirla veramente.

  13. non mi piacciono le parole del Rabbino, perchè non sono parole di Pace e francamente non ho sentito in questi anni parole di Pace ecumeniche da parte della Comunità ebraica, non ho ascoltato parole di condanna sui campi profughi palestinesi dove generazioni di persone hanno vissuto e vivono strette in confini strettissimi molto simili ad esperienze terribili dello scorso secolo…non credere alla preghiera di un Simbolo di Pace e di Umiltà come Papa Francesco mi dispiace profondamente ed offende a mio parere il sentimento e la speranza di pace di molti ebrei nel Mondo. Comprendo la paura del Popolo Ebraico,ma chiudere le Porte alla Speranza non porta alla Pace .Ognuno di Noi ( mi disse una volta Seffar un saggio arabo )ha la sua Zattera per arrivare a Dio, ognuno la costruisce con i materiali che gli vengono dalla propria Cultura e dalla Propria Storia…tu , mi disse, sei cristiana perchè nata in Italia ,io musulmano perchè nato in Marocco…Ma Dio è uno solo e noi siamo tutti fratelli …nel dirmi questo mi consegnò un piccolo oggetto prezioso che stavo per comprare nel suo negozio dicendomi …non sporchiamo queste parole di Fede con il denaro … e mi regalò una antica fibula d’argento …

  14. la terra santa, lo stato di palestina……non vi va proprio giu che gli ebrei, popolo maledetto e deicida, sia ritornato nel suo paese ancestrale con la sua antica lingua l’ebraico e con la sua cultura. lo stato di palestina non lo vogliono neppure gli arabi . non c’e bisogno di due stati per due popoli semmai un solo stato quello palestinese , perche israele e gia una realta da oltre 66 anni. i palestinesi sono stati cacciati ovunque in medio oriente e, l’unico posto dove anno pari diritti e nello sato di israele. non abbiamo bisogno del riconoscimento morale della chiesa per essere leggittimati. pensate ai vostri pedofili e alle varie chiese sparse nel mondo che stanno andando in bancarotta per gli scandali sessuali e finanziari.

  15. le mura vaticane, oltre che confine, sorreggono il terrapieno, senza franerebbe la collina, comunque tutti possono visitare l’interno delle mura, chiaramente pagando un biglietto perchè ogni pietra all’interno ha valore storico

  16. Signor Sermoneta la smetta di dire sciocchezze colossali (come quelle dette dal rabbino di Segni) e per quanto riguarda la pedofilia pensi anche a quegli ebrei che sono stati condannati negli U.S.A. per aver commesso simili oscenità.

  17. Caro Signor Sermoneta,
    Lei scrive con animosità contro i cristiani. Perchè non darci fiducia reciproca e amore reciproco?
    Il Vangelo ci insegna ad amare ache i nemici, tanto più per noi è semplice amare i fratelli ebrei.
    Perchè non provare ad amare i cristiani e non limitarsi a “sopportarli”?
    Quanto ai palestinesi cittadini israeliani, sicuramente vivono in un paese democratico, ma non hanno lo stesso trattamento riservato ai concittadini ebrei. Anche loro e i palestinesi di Cisgiordania e Gaza sono da amare e non da sopportare, contenere o temere.
    Che israeliani e palestinesi possano vivere in pace e abbiano due stati felici e rispettino e amino l’un l’altro e le loro minoranze interne. Che la pace non sia solo un contratto ma un legame dei cuori. Altrimenti sarà solo un pezzo di carta pronto a essere strappato al primo momento di contrasto.

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