Il costruttore di papi

Benedetto XVI

Benedetto XVI

Purificatore della Chiesa. Pioniere del dialogo con i cristiani e i non cristiani. Custode di una fede capace di parlare con ragione. Neanche tutto l’odio del mondo riuscirà a sminuire l’importanza di Benedetto XVI per la “primavera cattolica”. Ecco perché lo hanno voluto con sé sia Giovanni Paolo II sia Francesco.

di Fabio Marchese Ragona per Tempi n. 15 del 16 aprile 2014

Quando al monastero Mater Ecclesiae in Vaticano, residenza di Joseph Ratzinger, squilla il telefono, è possibile che dall’altro lato della cornetta ci sia Papa Francesco. Il segretario particolare di Benedetto XVI, ma anche prefetto della Casa Pontificia, monsignor Georg Gänswein, trait d’union tra i due Papi, riceve la telefonata e subito avvisa il padrone di casa: “È il Santo Padre”. A quel punto il viso del Papa emerito s’illumina e una delle prime parole rivolte a Bergoglio è sempre: “Grazie del pensiero”.

Papa Francesco lo fa molto spesso, chiama Benedetto XVI per chiedere consigli (in una delle ultime occasioni, come ha svelato Gänswein, Ratzinger, su richiesta di Francesco, gli ha inviato quattro fogli con le riflessioni suscitate in lui dalla lettura dell’intervista al direttore de “La Civiltà Cattolica”, padre Antonio Spadaro), ma soprattutto perché, come ha detto lo stesso Bergoglio, “con lui è come avere il nonno in casa, ma un nonno saggio”.

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Il Papa emerito con Papa Francesco

La saggezza di Ratzinger è, infatti uno dei grandi tesori del Vaticano e della Chiesa universale, molto più prezioso delle opere dei musei o dei manoscritti medievali conservati nel chilometrico tunnel dell’Archivio Segreto. E uno dei più grandi sostenitori di questa tesi è proprio Papa Francesco, Pontefice che per questo motivo ha scelto di avere accanto a sé, sempre presente con il pensiero e la preghiera dentro il recinto di San Pietro, il suo anziano predecessore.

Da un lato c’è il teologo tedesco, dall’altro lato della cornetta il “parroco del mondo”, il pastore argentino della chiesa delle periferie esistenziali; qualcuno ha provato a metterli in contrapposizione, ma in realtà i due Papi stanno dalla stessa, identica, parte, combattono la stessa battaglia per il bene della Chiesa. È anche questo uno dei motivi per cui, lo scorso febbraio, Papa Francesco ha voluto che Benedetto fosse presente nella Basilica di San Pietro per il concistoro. E che fosse accanto a lui, quattro mesi dopo la sua elezione, nel luglio 2013, nei Giardini Vaticani quando Bergoglio inaugurò la statua di San Michele: il Pontefice aveva chiesto al predecessore l’unione nella preghiera per consacrare la piccola città Stato e il mondo intero all’arcangelo contro le insidie del demonio, spesso protagonista delle omelie del Papa. Anche quella volta, nei giardini d’Oltretevere, i due Papi erano insieme, raccolti in preghiera per volere di Francesco al quale Ratzinger ha promesso più volte obbedienza: “Tra di voi – aveva detto Benedetto XVI ai cardinali nel giorno del suo addio al pontificato – c’è anche il mio successore, a cui prometto la mia incondizionata riverenza e obbedienza”.

Una strada tracciata
Quando l’11 febbraio del 2013 Benedetto annunciò al Collegio cardinalizio la sua rinuncia, Bergoglio era ancorapapa ratzinger l’arcivescovo di Buenos Aires e, proprio come coloro che erano presenti nella Sala del concistoro del Palazzo Apostolico, rimase stupito della scelta straordinariamente rivoluzionaria del Pontefice regnante. “Chi lo avrebbe mai detto?”, sussurrò qualche anziano porporato passando un fazzoletto di stoffa sugli occhi umidi, “Me lo aspettavo che prima o poi sarebbe successo”, replicò sottovoce qualcun altro, tenendo una mano davanti alla bocca e parlando al confratello seduto accanto. Ma la maggior parte dei principi della Chiesa non immaginava nemmeno che quel gesto avrebbe aperto la strada a un’altra grande “rivoluzione” chiamata Francesco.

Dopotutto Ratzinger ci aveva sperato: nei giorni immediatamente successivi allo storico annuncio, il Papa dimissionario pregava notte e giorno che lo Spirito Santo donasse alla Chiesa un successore forte e vigoroso, che potesse continuare la sua opera e allo stesso tempo potesse curare le ferite della Chiesa, accumulatesi negli anni. Nonostante ciò, ancora oggi, molti sembrano aver dimenticato il percorso tracciato da Ratzinger in quasi otto anni di pontificato, partendo dalla ferma battaglia al relativismo etico, fino alla durissima lotta alla pedofilia nella Chiesa, riducendo allo stato laicale, in soli due anni (2011 e 2012), 400 preti colpevoli di abusi su minori.

L’ex custode della fede, diventato vicario di Cristo, aveva incoraggiato, passo dopo passo, una Chiesa affranta dalla morte di Giovanni Paolo II, l’aveva traghettata, con non poche difficoltà, in un momento storico in cui il mondo occidentale veniva denudato dai valori fondamentali. “L’Europa, contrariamente all’America – scriveva l’allora cardinale Ratzinger nel 2004 in un dialogo con Marcello Pera – è in rotta di collisione con la propria storia e si fa spesso portavoce di una negazione, quasi viscerale, di qualsiasi possibile dimensione pubblica dei valori cristiani”.

I consigli di Ratzinger
Un tema che il Papa svilupperà nel corso di tutto il suo pontificato e che sarà l’oggetto principale del monumentale discorso tenuto al Collège des Bernardins a Parigi nel 2008: “Una cultura meramente positivista che rimuovesse nel campo soggettivo come non scientifica, la domanda circa Dio sarebbe la capitolazione della ragione, la rinuncia alle sue possibilità più alte e quindi un tracollo dell’umanesimo, le cui conseguenze non potrebbero essere che gravi.

ratzinger 3Ciò che ha fondato la cultura dell’Europa, la ricerca di Dio e la disponibilità ad ascoltarlo, rimane anche oggi il fondamento di ogni vera cultura”. Anche in quell’occasione, Benedetto aveva brandito la croce astile in difesa di quei valori “non negoziabili” in crisi, come aveva fatto Wojtyla consigliandosi con lui quando era prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, e come sta facendo oggi, con uno stile ben diverso, Papa Francesco, che trova ottimi consigli sempre dal saggio Papa emerito.

Ma oltre a questi consigli donati al predecessore e al successore, ci sono radici ben più profonde, ma spesso sottovalutate, che hanno contraddistinto il pontificato di Ratzinger: oltre alla già citata lotta al relativismo etico e alla battaglia contro la pedofilia, Benedetto XVI è il Papa che ha indicato un’affermazione del ruolo della Chiesa nella correlazione tra ragione e fede, “inseparabili e purificatrici l’una dell’altra”. Argomento, questo, alla base della penultima enciclica di Giovanni Paolo II “Fides et Ratio” (di cui il futuro Papa tedesco ne conobbe la genesi), che è stato anche oggetto di un intenso dialogo dell’allora cardinale Ratzinger con il filosofo Jürgen Habermas. 

O ancora, Benedetto XVI è il Papa che ha tentato la riconciliazione con i lefebvriani, che ha inaugurato il dialogo tra Chiesa e mondo ateo, che ha aperto la strada al dialogo ecumenico con la Chiesa ortodossa russa, che ha compiuto viaggi chiave in Europa e Medio Oriente per dialogare con l’Islam. E allo stesso tempo, su un piano più pratico, che ha permesso la beatificazione (e di conseguenza la canonizzazione) a tempo di record di Giovanni Paolo II, o, ancora più semplicemente, che amava il dialogo non preparato con i fedeli (preferiva ascoltare domande in pubblico e rispondere improvvisando) e che ha anche aperto a sorpresa un account su Twitter, oggi ceduto a Papa Francesco, diventato sul social network l’uomo più influente del pianeta.

Ma quanti oppositori
Nonostante ciò, per Ratzinger le critiche non sono mancate: a Benedetto XVI si è rimproverato da più parti di esser stato un Pontefice troppo distante dalla gente, un “Papa troppo restauratore” (in contrapposizione a Francesco definito invece un “rottamatore”), “colpevole” agli occhi di molti esponenti interni ed esterni alla curia romana di aver firmato il decreto che liberalizza l’uso del messale preconciliare per la celebrazione della Messa in latino, di aver ripristinato l’utilizzo di determinati paramenti sacri o abiti e accessori per le uscite pubbliche del Papa ormai caduti da tempo in disuso, di aver, insomma, lasciato troppo spazio dentro la Chiesa ai tradizionalisti.

E tra gli oppositori, chi conosceva il cardinale Ratzinger prima del conclave, nel giorno della sua elezione a vescovo diratzinger 4 Roma aveva subito criticato il nuovo Pontefice, immaginando che il Papa appena eletto avrebbe agito in questo modo, cullandosi però del fatto che quello di Ratzinger “sarebbe stato un pontificato breve, di transizione”. Ma così non è stato ed è anche per questo che son partiti, dopo poco tempo dalla fumata bianca e a intermittenza calcolata, attacchi feroci contro il Papa e i suoi più stretti collaboratori (colpiti anche loro per mettere il Pontefice in difficoltà); veleni e strategie distruttive studiate nei minimi dettagli per ferire il pontificato di Benedetto XVI: dal “caso Ratisbona”, alla polemica sull’uso del preservativo, dalle accuse americane di aver insabbiato casi di pedofilia, al “caso Williamson” (ilvescovo lefebvriano negazionista della Shoah a cui il Papa tolse la scomunica del 1988 per essere stato ordinato illegittimamente), fino ad arrivare al furto dei suoi documenti riservati, reato che ha trascinato tutta la Chiesa nel torbido Vatileaks.

Una stagione nera, un inverno buio che però Ratzinger, ormai anziano e debole, è riuscito a trasformare in una primavera. E così è arrivato Francesco, che sta seguendo il percorso tracciato con precisione dal suo predecessore e lo sta arricchendo con il suo stile pastorale senza precedenti. Tutto questo, mantenendo un filo diretto con il saggio “nonno Benedetto”, tenendo viva una linea papale che, di certo, non è soltanto una semplice linea telefonica.

18 risposte a “Il costruttore di papi

  1. MI SONO COMMOSSO A LEGGERE QUESTO ARTICOLO E DA PICCOLO FEDELE NON AVEVO NESSUN DUBBIO SU QUANTO E’ STATO SCRITTO, ATAL PUNTO DA INGINOCCHIARMI DAVANTI A TANTA BELTA’.
    CON OSSEQUI DEVOTO OLIVIERO.

  2. credente o non credente, bisogna ammettere che la mente di quest’uomo è straordinaria e la sua cultura spiazza chiunque. profeta del ‘900, ha previsto la crisi europea perchè c’è stata crisi di valori. il suo pensiero è vastissimo: abbraccia lo scibile e i saperi con raffinatezza unica di chi osserva il mondo a 360°…l’ultimo atto di grande uomo è stato l’accettazione dei limiti x età e la volontà di lasciare ad altri. persone incapaci incollano il sedere alle poltrone, l’uomo più acuto al mondo ha lasciato per dirci che potere è servizio, non prestigio.

  3. non posso pensare al Papa emerito Benedetto senza ogni volta commuovermi fino alle lacrime.Per me è stata una luce sul mio cammino,un faro luminoso sulla mia strada,la sua profonda interiorità,il suo rapporto con Dio che traspare in ogni suo scritto mi è stato sempre di grande esempio.Sono felice di pensarlo in quello che è stato il monastero e dove io più di una volta sono stata a pregare con le claustrali insieme alla mia comunità per cui pensarlo in preghiera in tale luogo mi riempie di gioia e mi sento a lei vicina.A Lei caro Papa Benedetto tutto il mio affetto e la mia preghiera.Sono certa che la sua presenza è quanto mai feconda per la Chiesa e per il mondo intero.”Bevi quest’acqua diventerai sorgente” Che sorgente scaturisce da Lei carissimo Papa Benedetto!!!! Il Signore la consoli e le dia ancora tanta salute perchè l’umanità ha bisognop di Lei.Son come comunità al santo monte della Verna e quando ho visto i frati intorno a lei che con tanta dolezza li ha ricevuti ho provato un pizzico di gelosia,,,,sono tornati felici dell’incontro.Sarebbe una gioia troppo grande incontrarla anch’io,non merito tanto. Con affetto grande la prego di affidarmi alla misericordia del Signore suor lorenza turri,casa magnificat via beccia 40 chiusi della verna arezzo tel 0575599291 francescane Ancelle di Maria

  4. E’ passato più di un anno ma a me Benedetto XVI manca tantissimo! Quell’inquietudine iniziata al momento delle sue pubbliche dimissioni… ancora oggi non sono riuscito a colmarla completamente! Si, Francesco mi piace ma forse a causa del delirio mediatico che gli ruota attorno, non riesco a viverlo pienamente come vorrei! C’è troppa troppa disinformazione sul suo pontificato, a cui si unisce una quasi totale mancanza di rettifiche dagli organi ufficiali della santa sede quando gli si attribuisce un concetto mai detto e/o un’apertura a questo e quello in barba all’unica fonte d’ispirazione della chiesa che era, è e resterà SEMPRE il vangelo! C’è qualcosa che non va! Siamo quasi a Pasqua per cui il pensiero mi corre automatico all’episodio di 2000 anni fa in cui Gesù Cristo prima fu accolto festante alle porte di Gerusalemme da una folla festante…; appena qualche giorno dopo la stessa gente lo mandò in croce preferendogli Barabba! Spero papa Francesco non si trovi nella medesima situazione quando si realizzerà che è un papa identico a tutti gli altri! (E W DIO PER QUESTO!!!). Sono certo che è quanto mai preziosa la preghiera di un sant’uomo come il papa emerito Benedetto XVI. Come un novello Mosè è salito sul monte della fede a pregare a mani alzate affinchè il novello Giosuè (Francesco) esca vittorioso nella sempre più difficile battaglia della fede! Le voglio un mondo di Bene Santità!!! Che Dio la benedica e la conservi ancora a lungo tra noi! AMEN!!!

  5. Mi piaerebbe che Benedetto XVI° facesse delle lezioni teologiche al mondo.
    E’ un peccato non approfittarnee della sua immensa cultura.
    Ci manca qualcosa, qualcosa di incompiuto, si sente che potrebbe dare ancora tanto, ma lo tiene per sè, per non dare adito a critiche ipocrite e ignoranti.

  6. Papa Benedetto XVI l’ho rivalutato nello stesso momento della rinuncia. Un nobile gesto, che al di là dell’atto storico, ha rivitalizzato la sua figura (per molti fedeli -tra cui me- giudicata con superficialità, per l’utilizzo di vecchi paramenti o per il ripristino della messa in latino) fino a renderlo in un attimo un grande Uomo. Chi lascia il potere senza limite temporale all’improvviso, perdendo così ogni “privilegio”? Nessuno! Coi fatti ha dimostrato a tutti noi che è davvero un Figlio di Dio, UMILE e al SERVIZIO.
    Evidentemente sia il grande Giovanni Paolo II -al quale sono devoto- che il geniale Papa Francesco hanno visto in Ratzinger oltre che un uomo di immensa cultura e umiltà anche un vero servitore di Dio, umile e al servizio di. E la prova del nove sta nel suo comportamento ora: quando lo chiama Francesco, risponde subito. Un vero grande!
    Evidentemente le preghiere hanno effetti; se mentre preghiamo e invochiamo il Signore lo facciamo con convinzione e con donazione fosrse ci ascolta.
    Papa Francesco è arrivato al posto giusto e al momento giusto anche e soprattutto grazie a Papa Benedetto XVI. Eravamo quasi senza speranza. Non dobbiamo dimenticarlo.
    Che Dio assista sia Ratzinger che Papa Francesco e soprattutto che dia loro ancora lunga vita perchè ne abbiamo proprio bisogno.

  7. E’stato un grande Papa, ha fatto un grande gesto con la rinuncia,anche se non capito subito !pensavo fosse per salute. Con la rivoluzione di Papa Francesco abbiamo capito! Auguro al Papa emerito Benedetto lunga vita! La sua esperienza sarà’ sempre di aiuto a Papa Francesco! Lunga vita a tutti e due! Lucilla

  8. Sua Santità Benedetto XVI ha rinunciato all’incarico dell’ufficio di governo trans-nazionale del Vescovo di Roma, che è passato ad altri; in lui è rimasta, quale Vicario di Cristo a vita, la potestà di guida spirituale, suprema in materia di fede, che gli viene dallo Spirito Santo e come tale permane fino alla morte.

  9. Nell’articolo del nostro blogger c’è una frase che riporto in parte: “… nei Giardini Vaticani …
    Bergoglio inaugurò la statua di San Michele: … per consacrare la piccola città Stato e il mondo intero all’arcangelo contro le insidie del demonio …”
    Non essendo cattolica non discuto su questioni che non mi appartengono, ma come cristiana ho riscontrato una linea di condotta comune contro il “principe di questo mondo” (Giovanvi 13:31; Apocalisse 12:9).

    Tuttavia trovo che ci sia in questi ultimi tempi un “Culto della personalità” oserei dire, per rendere l’idea, mondano, tale da offuscare proprio quella figura di arcangelo, che noi umani conosciamo come Cristo Gesù, il Capo, la Guida, il Maestro di chi desidera essere cristiano. È vero che dobbiamo imitare esempi viventi, infatti l’apostolo Paolo disse di imitarlo… come lui imitava Cristo. (1 Corinzi 11:1)

    Ricordo a me per prima che Gesù ammonì: “Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno “padre” sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello del cielo. E non fatevi chiamare “maestri”, perché uno solo è il vostro Maestro, il Cristo.” (Matteo 23:8-10 tutti i versetti indicati sono versione Bibbia di Gerusalemme)

  10. Sua Santità Benedetto XVI,rinunciando al suo incarico ha fatto qualcosa di unico e grande.
    Che DIO benedica “nonno”BENEDETTO,e le dia tanta salute e FORZA, sia a Lui che a Papa FRANCESCO.

  11. “Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa”
    Grazie Benedetto per tutto quello che ci hai insegnato. Purtroppo molti non ti hanno compreso. Ti comprenderanno poi…

  12. @graziella roggiolani
    non c’è alcun culto della persona: ogni istituzione dovrebbe avere il suo punto di riferimento in un “responsabile” che ne coordini l’andamento. quando questa figura manca si cade nell’anarchia e ognuno pensa, interpreta e dice ciò che vuole senza una linea comune. la frammentazione del cristianesimo è dovuta appunto a questa molteplicità di opinioni che si sono discostate dalla radice. il papa è garante e maestro di un pensiero che consente unità all’interno della comunità cristiana e, di conseguenza, apprezzarne la persona e le sue parole non significa idolatrarlo. legga i passi da lei citati nel contesto in cui sono stati scritti e soprattutto nelle intenzioni originali degli evangelisti, e capirà che valore hanno. perchè dunque Paolo chiama “figlio” nelle sue lettere personaggi che collaborano con lui (vedi lettera a Filemone)? anche Paolo va dunque contro le parole di Gesù? basta con questa esegesi da bambini delle elementari!!!

  13. Il valore degli uomini appare con chiarezza quando lasciano il potere. La grandezza di Ratzinger è testimoniata dalla considerazione in cui lo tiene, senza averne alcun obbligo, il suo successore.
    La statura morale e la cultura del Papa Emerito è forse troppo alta per essere capita dai più.

  14. @ salvatore
    Senza togliere nulla al valore, al prestigio, alla stima per alcuni grandi papi, vorrei solo far notare, senza contestare dottrine che non mi riguardano, come nel I secolo il modello seguito dagli apostoli prima, dai discepoli poi, fosse quello di cui scrisse l’apostolo Paolo ricordando la sua nomina, insieme a Barnaba, come apostolo delle nazioni avvenuta a Gerusalemme: “… e riconoscendo la grazia a me conferita, Giacomo, Cefa (Pietro) e Giovanni, ritenuti le colonne, diedero a me e a Barnaba la loro destra in segno di comunione, perché noi andassimo verso i pagani ed essi verso i circoncisi.” (Galati 2:9 CEI)
    Come nel caso della decisione di abolire la circoncisione, fu un gruppo di uomini, non Pietro, a decidere. Lo spirito Santo guidò tutto il gruppo di apostoli e anziani, come si legge in Atti 15:22-29. (Versione CEI)
    Se quello era il modello e aveva la guida di Dio, di Gesù e dello Spirito Santo, considerato anche che si trova nella Parola di Dio, potrebbe non essere un caso.

  15. Benedetto xvi è stato un grandissimo papa,sempre col sorriso nonostante le grandi critiche che gli sono state inflitte durante il suo ministero. Il suo altissimo magistero è stato come ” luce che illumina la via dei credenti”. Ora quella luce “irradia” ancora la chiesa e il suo successore l’amatissimo papa Francesco con la preghiera, la meditazione

  16. e il saggio consiglio e tutto ciò per il bene di tutti i credenti in cristo. Grazie Padre Santo il Buon Dio la ricompensi con abbondanti consolazioni come solo Lui sa fare

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