“Sul caso Orlandi massima apertura”

Emanuela Orlandi

“Se la magistratura vuol sentire qualcuno in Vaticano, qui non possono che trovare massima disponibilità”. Commentano così nei Sacri Palazzi le ultime novità sul caso della scomparsa di Emanuela Orlandi, la ragazza, figlia di un dipendente vaticano, svanita nel nulla 29 anni fa.

Un’apertura importante su un caso spinoso che dimostra come la Santa Sede sia intenzionata a collaborare con gli inquirenti. Dopotutto, già nel 2008, il Segretario di Stato Tarcisio Bertone aveva parlato chiaro: “Condividiamo il desiderio che la magistratura faccia quanto in suo possesso per conoscere la sorte della amata Emanuela”.

Dopo le precisazioni del capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone (“le dichiarazioni e le valutazioni sul procedimento per la scomparsa della Orlandi attribuite da alcuni organi di informazione ad anonimi “inquirenti della procura di Roma” non esprimono la posizione dell’ufficio”) , presto potrebbe arrivare in Vaticano la richiesta della Procura di sentire alcuni cardinali che potrebbero sapere importanti informazioni (tra questi potrebbero esserci Giovanni Battista Re e Achille Silvestrini).

Gli investigatori vogliono far luce definitivamente sul caso di Emanuela, vogliono capire se qualche porporato sapeva ma soprattutto se esistono davvero dei collegamenti con l’attentato a Giovanni Paolo II (lo stesso attentatore turco Alì Agcà avrebbe fatto il nome del Card. Re), con la Banda della Magliana e con l’ex presidente dello IOR, Mons. Paul Marcinkus, scomparso nel 2006.

Una risposta a ““Sul caso Orlandi massima apertura”

  1. Quando ero in Vaticano non si poteva fare nessun accenno al caso Orlandi. C’era ” Qualcuno ” che si arrabbiava. Coscienza sporca?

Rispondi a carlo ricci Annulla risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *