NON SI VIVE DI SOLA MAIOLO…

E’ bastato un salto da atleta provetta di Susanna Maiolo, la 25enne italo-svizzera che ha causato la caduta del Papa la notte di Natale in San Pietro, per aprire il dibattito sulla sicurezza del Pontefice.

Pochi gendarmi, poche guardie svizzere, troppi contatti con i fedeli, controlli troppo semplici all’ingresso della Basilica. Quello che fino a ieri era uno dei più importanti sistemi di sicurezza al mondo, oggi diventa all’improvviso criticabile.

Una cosa è chiara: il Papa è caduto a terra, fortunatamente senza conseguenze (al contrario del Card. Etchegaray, 87 anni); è successo la notte di Natale e poteva succedere anche in passato (visto il precedente tentativo della Maiolo). La ragazza non è la prima e non sarà l’ultima: questo video del 6 giugno 2007 documenta (CLICCA QUI) un altro tentativo rocambolesco con immediato intervento della gendarmeria vaticana.

Non credo sia costruttivo parlare di falle nella sicurezza del Papa: gli agenti e le guardie fanno il loro lavoro con dignità, cercando di rimanere il più possibile nell’ombra. Sanno come intervenire (i video lo dimostrano) e riescono a garantire ogni giorno un servizio d’ordine di tutto rispetto. Ovviamente un incidente di percorso può esserci, ma di certo non deve mettere in dubbio la preparazione, la consistenza degli organici (alla luce anche della dinamica dell’incidente) o la scelta o meno del Papa di cercare il contatto umano.

L’incidente c’è stato, la sicurezza è intervenuta in tempo. Leggere nelle menti delle persone, non è ancora possibile.